Muso Rosso ha dissotterrato l'ascia di guerra. Questo spazio web è dedicato allo spirito libero delle idee, senza obbedienze di credo, di partito,
di gerarchie qualsiasi. Ipocrisia, prepotenza, sfruttamento, ignoranza e conformismo sono i principali nemici di Muso Rosso. Contro di essi le armi possibili sono molte: verità, umanità, cultura, creatività, rispetto per la natura. Ma su tutte domina la Libertà, di parola e di pensiero.
Il contenuto di queste pagine è costituito da una serie di scritti in rima che traggono ispirazione da eventi dell'attualità politica e sociale (da leggere perciò con gli occhi del momento storico in cui gli eventi si sono svolti), scritti che sono mossi fondamentalmente dall'esigenza di smascherare la violenza e la stupidità del potere.

lunedì 5 dicembre 2016

IL RE È NUDO

IL RE È NUDO
(e anche la sua corte di servi e giullari)




IL RE È NUDO

"Accozzaglia, accozzaglia!" Matteuzzo starnazzava;
Maria-Ele, con sussiego, tutto il dì coccodeggiava.
E poi gli altri pappagalli cocorì-cocoricò
che adulavano il ducetto senza vergognarsi un po'...

Un bel giorno di dicembre tutti questi sono stati
con il voto popolare, forte e chiaro, sputtanati.
Gli Italiani hanno difeso la Repubblica e l'onore
così il popolo sovrano rottamò il rottamatore!

(© Musorosso, 2016)

Post precedente: REFERENZUM
Dopo una lunga attesa il Presidente del Consiglio Renzi ha deciso la data per il referendum sulla sua riforma della Costituzione. L'ha scelta il più lontano possibile (il 4 dicembre, giorno di S. Barbara) perché attualmente i sondaggi non gli sono favorevoli e quindi si riserva più tempo per recuperare consenso. Lo fa attraverso il suo solito sistema delle grandi promesse e delle piccole mance elettorali: "bonus" per i diciottenni, aumento delle quattordicesime per le pensioni minime, prepensionamenti con mutuo ventennale, ricostruzione veloce dopo il terremoto di Amatrice, infrastrutture al Sud (la Salerno-Reggio!), fino al Ponte sullo Stretto di Messina che dietro lo specchietto di 100.000 posti di lavoro (boom!) è un segnale interessante anche per vari tipi di padrini, ai fini di un utile appoggio nelle urne.
Anche se le sue ministre ce la mettono tutta per farlo fallire, ultima in ordine di tempo la Lorenzin con la sua sgangherata campagna per la promozione delle nascite, può darsi che qualcosa sia costretto a fare, per i terremotati o per i pensionati poveri. È questo il bello delle tornate elettorali, pur sapendo che ciò che concede con una mano poi lo riprende con l'altra.
Per il leader del PD questo passaggio istituzionale è cruciale ai fini del consolidamento definitivo del suo potere assoluto, a costo di calpestare diritti e principi fondamentali assicurati finora dalla Carta Costituzionale. Ma noi, che non amiamo il potere, specie quando vuol farsi pre-potere, vogliamo credere nell'antico proverbio: "Chi troppo vuole nulla stringe".
Perciò, dopo il NO incassato sulla candidatura di Roma ai giochi olimpici, che gli ha fatto perdere delle grandi occasioni per le sue esibizioni propagandistiche, ci auguriamo che il giorno di Santa Barbara possa fare il bis.

sabato 1 ottobre 2016

REFERENZUM

Dopo una lunga attesa il Presidente del Consiglio Renzi ha deciso la data per il referendum sulla sua riforma della Costituzione. L'ha scelta il più lontano possibile (il 4 dicembre, giorno di S. Barbara) perché attualmente i sondaggi non gli sono favorevoli e quindi si riserva più tempo per recuperare consenso. Lo fa attraverso il suo solito sistema delle grandi promesse e delle piccole mance elettorali: "bonus" per i diciottenni, aumento delle quattordicesime per le pensioni minime, prepensionamenti con mutuo ventennale, ricostruzione veloce dopo il terremoto di Amatrice, infrastrutture al Sud (la Salerno-Reggio!), fino al Ponte sullo Stretto di Messina che dietro lo specchietto di 100.000 posti di lavoro (boom!) è un segnale interessante anche per vari tipi di padrini, ai fini di un utile appoggio nelle urne.
Anche se le sue ministre ce la mettono tutta per farlo fallire, ultima in ordine di tempo la Lorenzin con la sua sgangherata campagna per la promozione delle nascite, può darsi che qualcosa sia costretto a fare, per i terremotati o per i pensionati poveri. È questo il bello delle tornate elettorali, pur sapendo che ciò che concede con una mano poi lo riprende con l'altra.
Per il leader del PD questo passaggio istituzionale è cruciale ai fini del consolidamento definitivo del suo potere assoluto, a costo di calpestare diritti e principi fondamentali assicurati finora dalla Carta Costituzionale. Ma noi, che non amiamo il potere, specie quando vuol farsi pre-potere, vogliamo credere nell'antico proverbio: "Chi troppo vuole nulla stringe".
Perciò, dopo il NO incassato sulla candidatura di Roma ai giochi olimpici, che gli ha fatto perdere delle grandi occasioni per le sue esibizioni propagandistiche, ci auguriamo che il giorno di Santa Barbara possa fare il bis.



REFERENZUM

Man man che il referenzum si avvicina
Matteuzzo promette mari e monti.

Come Silvio, che è giunto all’ottantina,
le spara grosse: promette strade e ponti,

case sicure per i terremotati,
mance di compleanno ai giovinetti,
prestiti a strozzo per i pre-pensionati,
mance di fine-vita ai poveretti.

E via dicendo: sblocco dei contratti
e buone scuole e un radioso avvenire…
i giovani, oramai senza ricatti,
potranno fare figli a non finire!

Milioni di posti di lavoro,
di quelli veri, per i disoccupati;
però non tocca le pensioni d’oro
per manager, ministri e deputati.

Salva le banche, ignora gli evasori,
farà un’Italia quattropuntozero,
ma senza disturbare lorsignori.
Su dove prende i soldi c’è il mistero!

È un segreto, però, di Pulcinella,
il solito giochino con le mani:
con l’altra prende ciò che dà con quella.
Li prende sempre ai soliti Italiani,

quelli che sono sempre tartassati
(con tasse e con balzelli d’ogni sorta,
bollette, accise, ticket aumentati)
sperando che abbian la memoria corta.

Basta arrivare poi alla votazione:
se le promesse sono solo fiato,
per acchiappare voti sono buone;
chi ha avuto ha avuto, infin, chi ha dato ha dato.

Ci cascheranno dunque gli Italiani
con queste astuzie trite, da due soldi?
Saran condizionati dai ruffiani
di stampa e video ed altri manigoldi?

Per ora Matteuzzo ha perso i Giochi,
il palco olimpico per i suoi show.
Per Santa Barbie, patrona dei fuochi,
noi gli regaleremo un altro NO !
Il disegnatore satirico Riccardo Mannelli ha pubblicato sul Fatto Quotidiano una vignetta che ritrae la ministra Boschi, braccio destro di Matteo Renzi, in una consueta posa a gambe accavallate, sotto il titolo “Riforme: lo stato delle cos(c)e”, suscitando l’ira di tutti i benpensanti di regime...
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giovedì 18 agosto 2016

Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi



Il disegnatore satirico Riccardo Mannelli ha pubblicato sul Fatto Quotidiano una vignetta che ritrae la ministra Boschi, braccio destro di Matteo Renzi, in una consueta posa a gambe accavallate, sotto il titolo “Riforme: lo stato delle cos(c)e”, suscitando l’ira di tutti i benpensanti di regime.
La vignetta dello scandalo si basa su un gioco di parole e il suo significato è evidente: si mostrano "le cosce" per nascondere "le cose". Cioè, fuor di metafora, si fa una politica dell'apparenza, una politica-spettacolo, per coprire la spiacevole realtà dei fatti.

Si scherza sull'anatomia? La satira lo ha sempre fatto. Molti si sono divertiti con tutti i particolari anatomici di Berlusconi, il quale a sua volta si divertiva (e ci divertiva) col culo della Merkel.

Anche Mannelli ha preso di mira una figura femminile? e allora? Si tratta di una persona tra le più potenti attualmente in Italia. E quindi lo strale della satira è ben diretto. Se gli uomini scherzano sulle donne, anche le donne scherzano tanto sugli uomini. È cosa buona e giusta. È libertà.



Je suis Charlie, l’avevan scritto in petto,
ma solo fuori, sopra la maglietta,
per dir che sulla barba di Maometto
si può scherzare e non è cosa abietta.

Ma l’altro giorno è apparsa su un giornale
una vignetta che ha fatto infuriare
i tolleranti che tollerano male
chiunque non si voglia inginocchiare.

La satira va bene se non nuoce
a chi ha il potere e gode a comandare,
per questo ha più diritto ad aver voce
chi apre bocca sol per adulare.

Ma al libero pensier qualcun dà sfogo…
occorre un freno per questi tipi loschi,
regole nuove e chiare! In primo luogo:
Non toccare le cosce della Boschi !

Musorosso © 2016



Post precedente: Maschere: Frondolin di Frondolandia


sabato 25 giugno 2016

Frondolì Frondolà

 MASCHERE
Frondolin di Frondolandia


Frondolì, frondolà,
frondoqui, frondoqua...

Frondolin di Frondolandia
dilettante in propagandia
frondolando si diletta
e si prende la paghetta.

Lui lavora in un giornale
dove occorre frondolare,
come il direttor lo imbecca
Frondolino-frondolecca.

Pure alla televisione
frondolecca con passione,
si contorce come un vermo
frondolando sullo schermo.

È giulivo, fa il grazioso,
sussiegoso, frondoloso,
e non teme il paradosso:
frondofinge a più non posso.

Ineffabile e giocondo
frondoleggia a tutto-tondo,
frondoleggia per Matteo ...
che fa rima con babbeo!


© Muso Rosso 2016

Post precedente: I Giochetti sono finiti
Roberto Giachetti, candidato del PD contrapposto a Virginia Raggi (Movimento 5 Stelle) nel ballottaggio per l'elezione del Sindaco di Roma, ha cercato di mettere in difficoltà la giovane avversaria insinuando che Virginia avrebbe ostacolato la candidatura della città per ospitare le Olimpiadi del 2022. Il "giochetto" però gli si è ritorto contro. I Romani hanno votato in massa la Raggi perché sono stufi di finanziare con le loro tasse i "giochetti" dei politici e dei costruttori legati alle cosiddette grandi opere.


lunedì 20 giugno 2016

I Giochetti sono finiti

I  GIOCHETTI  SONO FINITI
Roberto Giachetti, candidato del PD contrapposto a Virginia Raggi (Movimento 5 Stelle) nel ballottaggio per l'elezione del Sindaco di Roma, ha cercato di mettere in difficoltà la giovane avversaria insinuando che Virginia avrebbe ostacolato la candidatura della città per ospitare le Olimpiadi del 2024. Il "giochetto" però gli si è ritorto contro. I Romani hanno votato in massa la Raggi perché sono stufi di finanziare con le loro tasse i "giochetti" dei politici e dei costruttori legati alle cosiddette grandi opere.


Post precedente: O mia bela Madunina
Massimo Tartaglia, l'uomo che nel 2009, al termine di un comizio in Piazza del Duomo a Milano, aveva colpito Silvio Berlusconi al volto, scagliandogli un souvenir del Duomo, ha riacquistato la piena libertà. Il Tribunale di Sorveglianza ha decretato che non sussistono più i motivi di "pericolosità sociale" che, all'epoca, avevano giustificato lo stato di libertà vigilata.
Al momento dei fatti, Muso Rosso, non aveva ritenuto opportuno pubblicare le sue riflessioni. Lo fa adesso che, in fondo, la vicenda si conclude con un "lieto fine".


giovedì 28 aprile 2016

O mia bela Madunina

Massimo Tartaglia, l'uomo che nel 2009, al termine di un comizio in Piazza del Duomo a Milano, aveva colpito Silvio Berlusconi al volto, scagliandogli un souvenir del Duomo, ha riacquistato la piena libertà. Il Tribunale di Sorveglianza ha decretato che non sussistono più i motivi di "pericolosità sociale" che, all'epoca, avevano giustificato lo stato di libertà vigilata.
Al momento dei fatti, Muso Rosso, non aveva ritenuto opportuno pubblicare le sue riflessioni. Lo fa adesso che, in fondo, la vicenda si conclude con un "lieto fine".



O mia bela Madunina

O mia bella Madonnina,
tu che brilli da lontano,
tutta d’oro e piccinina
sopra il Duomo di Milano,

questa volta, non si sbaglia:
per esprimere il tuo sdegno,
con la mano di Tartaglia
hai voluto darci un segno.

Quando hai visto che un demente
proprio lì, davanti al Duomo,
vaneggiava tra la gente
(“sono bello, sono buono...”)

e tra sé pensava dentro
“sono meglio di Gesù”
tu sei scesa e hai fatto centro
perché non ci hai visto più.
____________________
© MUSO ROSSO 2009


Post precedente: IL FURBETTO
Pugno duro, anzi durissimo, contro i "furbetti del cartellino", i dipendenti pubblici che invece di lavorare se ne vanno a farsi i fatti loro. Sono questi gli "untori" che diffondono la peste e avvelenano il Paese.
I fannulloni statali, specie effettivamente esistente anche se numericamente non più numerosa dei fannulloni privati e dei fannulloni politici, è sempre un soggetto di successo. Il governo, eroicamente, annuncia il loro sterminio, sperando di far dimenticare il resto...

martedì 26 gennaio 2016

IL FURBETTO

Il governo inciampa su vari fronti: il necessario appoggio di Verdini & C. alla maggioranza in Parlamento, la disoccupazione ancora alle stelle e la famosa ripresa che nonostante l'ottimismo presidenziale non arriva, le turbolenze interne a PD e maggioranza sulla questione dei diritti civili,  e via dicendo. Poi ci sono questioni molto imbarazzanti che riguardano conflitti di interesse in relazione alle disinvolte attività finanziarie dei "babbi" del primo ministro e della prima ministra.
In particolare i provvedimenti presi a favore di Banca Etruria (di cui sono azionisti la prima ministra e il suo "babbino") che hanno azzerato in un attimo i risparmi di migliaia di persone.
Con importanti elezioni amministrative in arrivo, è necessario inventare qualcosa per spostare l'attenzione dell'opinione pubblica e risollevare la popolarità del "premier", anche perché i "bonus" generosamente elargiti a insegnanti e diciottenni, a giudicare dai sondaggi, non appaiono sufficienti.
Ecco allora che dal cilindro illusionista spunta fuori il coniglio: lo statale fannullone. Pugno duro, anzi durissimo, contro i "furbetti del cartellino", i dipendenti pubblici che invece di lavorare se ne vanno a farsi i fatti loro. Sono questi gli "untori" che diffondono la peste e avvelenano il Paese.
I fannulloni statali, specie effettivamente esistente anche se numericamente non più numerosa dei fannulloni privati e dei fannulloni politici, è sempre un soggetto di successo. Il governo, eroicamente, annuncia il loro sterminio, sperando di far dimenticare il resto...




IL FURBETTO

La caccia

Stan cercando un lestofante,
ne combina tali e tante!
Va cacciato in capo a un mese
o rovinerà il Paese.

Questo viscido elemento
è acquattato in Parlamento?
Non sia mai! senza ironia,
là c'è solo gente pia.

Un boiardo dello Stato?
un potente incaricato,
tra i papaveri alti alti
che manovrano gli appalti?

Non sarà un bancarottiere
o un oscuro faccendiere
travestito da agnellino
ma è un masson col grembiulino?

Va cercato tra gli odiosi
in combutta coi mafiosi?
forse tra i riciclatori
o tra gli avidi evasori?

Se non è un governatore,
sarà forse un assessore?
Neanche un capo-gabinetto
sarà questo essere abietto!


Cattura e condanna

Alla fine il disgraziato,
picchia e mena, l'han trovato:
lo statale che al mattino
prima timbra il cartellino

poi, diabolico furbetto,
va a passeggio o torna a letto.
Mentre lo paghiamo noi
lui va a farsi i cazzi suoi!

È costui che - mascalzone! -
fa fallire la nazione.
Ora che l'hanno avvistato
il suo tempo è ormai contato.

Sia ben chiaro: chicchessia
esca dalla retta via
senza dubbio va stanato
e dev'esser sanzionato.

Però spesso questi untori
fatti oggetto di furori
sono capri espiatori
per protegger "lorsignori"!

Lui verrà sacrificato
sull'altare dello Stato
mentre in pace vien lasciato
ogni oscuro potentato.


Morale

1. Il governo ha decretato,
2. la TV l'ha strombazzato,
3. tutto il resto vien scordato
4. ed il popolo è gabbato.


Post precedente: Matteuzzo non lo sa

Finita l'era berlusconiana, durante la quale - per dirla alla maniera di Ennio Flaiano - la situazione era "grave ma non seria", il nuovo corso della politica italiana si presentava come una fase forse meno grave, tuttavia molto più seria. La vena ironica e la voglia di scherzare di Muso Rosso si erano pertanto affievolite lasciando un vuoto riempito piuttosto da istinti così "primitivi" che difficilmente si presterebbero alla divulgazione in forma poetica. Tuttavia, il nostro "premier" ce la sta mettendo tutta per superare i suoi due ventennali maestri.
Vederlo in tuta mimetica in Libano è stato irresistibile. E chissà che a Muso Rosso non torni la sua migliore ispirazione...

(Matteuzzo non lo sa è ispirata alla celeberrima canzone "Pippo non lo sa", interpretata negli anni 40 da Silvana Fioresi con il Trio Lescano. Per apprezzarla meglio andrebbe pensata con quel famoso motivetto.
Chi non lo conoscesse:
lo può ascoltare con una simpatica animazione )

giovedì 7 gennaio 2016

Matteuzzo non lo sa


Finita l'era berlusconiana, durante la quale - per dirla alla maniera di Ennio Flaiano - la situazione era "grave ma non seria", il nuovo corso della politica italiana si presentava come una fase forse meno grave, tuttavia molto più seria. La vena ironica e la voglia di scherzare di Muso Rosso si erano pertanto affievolite lasciando un vuoto riempito piuttosto da istinti così "primitivi" che difficilmente si presterebbero alla divulgazione in forma poetica. Tuttavia, il nostro "premier" ce la sta mettendo tutta per superare i suoi due ventennali maestri.
Vederlo in tuta mimetica in Libano è stato irresistibile. E chissà che a Muso Rosso non torni la sua migliore ispirazione...

(Matteuzzo non lo sa è ispirata alla celeberrima canzone "Pippo non lo sa", interpretata negli anni 40 da Silvana Fioresi con il Trio Lescano. Per apprezzarla meglio andrebbe pensata con quel famoso motivetto.
Chi non lo conoscesse:
lo può ascoltare con una simpatica animazione )

MATTEUZZO NON LO SA

E Matteuzzo non lo sa
che quando parla ride tutta la città,
si pavoneggia, vuol fare il guitto,
ma fa meglio a stare zitto.

Quando fa finta di pensar
si mette in posa due secondi e se ne sta
occhi socchiusi, labbra arricciate,
e poi spara due cazzate.

Tra un selfie e l'altro
gioca a playstation,
nel tempo libero twitta;
mostra le slides,
vola sul jet,
non ha un neuròn
e come Fonzie ci fa lo show.


Vestito poi da militar,
combatte i gufi che lo stanno a disturbar
e le veline leopoldine
gli fan mille mossettine.

Sfoggiando grande autorità
all'Anghelina gliele canta pane al pan:
mentre "atterrisce" la cancelliera
ride l'Europa intera!


Post precedente: Scacco Matt
Lo "stile" di Matteo Renzi, la sua furbesca politica di alleanze a geometria variabile:
a destra con Forza Italia per far passare leggi antipopolari e snaturare la Costituzione in senso autoritario, a sinistra (si fa per dire) con i presunti dissidenti del suo partito per imporre il suo candidato alla presidenza della Repubblica ribaltando la Costituzione (il capo del governo che nomina il capo dello Stato, anziché viceversa) e garantendosi protezione e sostegno assicurati per i prossimi anni.