Muso Rosso ha dissotterrato l'ascia di guerra. Questo spazio web è dedicato allo spirito libero delle idee, senza obbedienze di credo, di partito,
di gerarchie qualsiasi. Ipocrisia, prepotenza, sfruttamento, ignoranza e conformismo sono i principali nemici di Muso Rosso. Contro di essi le armi possibili sono molte: verità, umanità, cultura, creatività, rispetto per la natura. Ma su tutte domina la Libertà, di parola e di pensiero.
Il contenuto di queste pagine è costituito da una serie di scritti in rima che traggono ispirazione da eventi dell'attualità politica e sociale (da leggere perciò con gli occhi del momento storico in cui gli eventi si sono svolti), scritti che sono mossi fondamentalmente dall'esigenza di smascherare la violenza e la stupidità del potere.

domenica 28 luglio 2013

Pianto Definitivo


Dopo le elezioni politiche, il Partito "Democratico", nascondendosi sotto la gonna del Presidente, corre all'abbraccio mortale del governo "delle larghe intese". L'occasione di imprimere un cambiamento significativo alla situazione politica italiana viene furbescamente evitata: è colpa delle stelle ( 5 ) se è necessario continuare con la stessa maggioranza che reggeva Monti & Fornero. Attraverso una serie di passaggi apparentemente demenziali si creano le condizioni per trovare il "pupo" che ci metta la faccia. Ma la sostanza è che si concede allo sconfitto di tramutarsi in vincitore, al punto da porre condizioni, ricatti e pretese. Si dà spazio perfino alla richiesta di sospendere l'attività del Parlamento, fatta nel clima dell'ennesimo attacco alla magistratura che "osa" condannare il paperone italiano. Si balbetta di fronte alla possibilità di un voto sulla ineleggibilità del paperone, si cercano escamotage per non essere troppo cattivi nei suoi confronti. Si avalla - soprattutto - un tentativo strisciante di snaturare la Costituzione nata dalla Resistenza concordando modifiche nei rapporti fra i poteri dello Stato con un gruppo parlamentare fatto di nominati graditi al pluricondannato. E se il paperone verrà allontanato dalla politica, sarà solo a causa delle sue condanne, certamente non per l'azione politica del PD, anche se i suoi esponenti saranno poi pronti a rivendicarne il merito.

Di tutto ciò la "base" del Partito "Democratico", distratta dalle lotte di potere interne alla burocrazia di partito, sembra non accorgersi. O forse non vuole vedere, perché da troppo tempo è ormai abituata così...

Sulla falsariga della carducciana "Pianto antico" (L'albero a cui tendevi la pargoletta mano...) ecco quello che, per Muso Rosso, è il "Pianto Definitivo":


Pianto Definitivo

Gli inetti, imbelli e pavidi sempre danno una mano
al miliardario nano
corrotto e corruttor:

dopo le votazioni ringalluzzì, ed ora
il PD lo ristora
facendogli favor.

Ma tu, base del cazzo! offesa e impoverita
tu, umiliata e tradita,
perché sopporti ancor?

stai dietro a chi nel fosso gettata ha la bandiera,
non senti la bufera,
sfiorito è in petto il fior!

© Muso Rosso 2013

Gli ultimi tre versi contengono altrettante citazioni a tre delle più conosciute ed amate canzoni di lotta della tradizione popolare:

Contessa, di Paolo Pietrangeli
È la colonna sonora del '68 italiano. Pietrangeli l'ha scritta ispirandosi a una conversazione fra due signore della “Roma-bene” sentita in un elegante caffè della Capitale (“Sapesse, contessa, all’industria di Aldo han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti...”). Il riferimento è qui ad un altro punto della canzone, precisamente alla strofa:
Se il vento fischiava ora fischia più forte
le idee di rivolta non sono mai morte!
Se c’è chi lo afferma non statelo a sentire:
è uno che vuole soltanto tradire,
se c’è chi lo afferma sputategli addosso,
la bandiera rossa ha gettato in un fosso!

Fischia il vento
Fischia il vento e infuria la bufera
scarpe rotte e pur bisogna andar …”

È il famoso incipit della canzone composta nel dicembre 1943 sulle montagne liguri dove era accampata la banda partigiana di Felice Cascione.
Giacomo Sibilla (Ivan), soldato reduce dalla campagna di Russia, unitosi alla banda, fece conoscere ai compagni la canzone “Katjuša”. Dall’insieme del gruppo vennero scritti i versi in Italiano e la canzone divenne, in seguito, l'inno ufficiale delle Brigate Garibaldi.


L’Internazionale
È la canzone universalmente riconosciuta come l'inno dei lavoratori in tutto il mondo.
Le parole originali furono scritte in francese da Eugène Pottier nel 1871 per celebrare la Comune di Parigi. Pierre Degeyter scrisse la musica nel 1888.
Il “fiore” è citato nella strofa iniziale della versione italiana:

Compagni avanti, il gran Partito
noi siamo dei lavorator.
Rosso un fiore in petto c'è fiorito,
una fede ci è nata in cuor.
Noi non siamo più nell'officina,
entro terra, dai campi, al mar
la plebe sempre all'opra china
senza ideale in cui sperar.

Su, lottiam! l'ideale nostro, alfine, sarà
l'internazionale futura umanità!”


__________________________________

Questa può essere l' «Ultima Thule» di Muso Rosso, su questo sito.
Muso Rosso desidera andare a caccia in altri territori, ma sarà in ogni caso sempre in circolazione... Augh! Che il Grande Spirito sia sempre con voi.




Post precedente: La corsa dei gamberi (visualizza)
 Elezioni amministrative 25-26 maggio 2013. Si vota per le elezioni dei sindaci in diversi comuni italiani, tra cui alcuni molto importanti o significativi come Roma, Brescia, Siena, Pisa. Circa sette milioni di Italiani sono chiamati al voto, ma quasi la metà diserta le urne: un risultato disastroso per la partecipazione democratica, una aperta manifestazione di dissenso verso l'insieme dell'offerta politica così come è oggi rappresentata in Italia.
Il Movimento 5 Stelle, dopo il recente boom alle elezioni politiche di febbraio, è quello che subisce il più drastico ridimensionamento. Ma anche PDL e PD perdono quote consistenti di adesioni. Tra i due, il partito di Berlusconi perde un po' di più e si piazza secondo, però il risultato non gli dispiace più di tanto. Lo scossone temuto da tanti non c'è stato, è una boccata di ossigeno per il "governo di larghe intese" di cui felicemente fa parte.
Sulle rovine del (non) voto, il PD si erge a "vincitore", ma in realtà ha solo "vinto" chi ha perso meno, come in una corsa fatta a ritroso: la corsa dei gamberi...


domenica 2 giugno 2013

La corsa dei gamberi


 Elezioni amministrative 25-26 maggio 2013. Si vota per le elezioni dei sindaci in diversi comuni italiani, tra cui alcuni molto importanti o significativi come Roma, Brescia, Siena, Pisa. Circa sette milioni di Italiani sono chiamati al voto, ma quasi la metà diserta le urne: un risultato disastroso per la partecipazione democratica, una aperta manifestazione di dissenso verso l'insieme dell'offerta politica così come è oggi rappresentata in Italia.
Il Movimento 5 Stelle, dopo il recente boom alle elezioni politiche di febbraio, è quello che subisce il più drastico ridimensionamento. Ma anche PDL e PD perdono quote consistenti di adesioni. Tra i due, il partito di Berlusconi perde un po' di più e si piazza secondo, però il risultato non gli dispiace più di tanto. Lo scossone temuto da tanti non c'è stato, è una boccata di ossigeno per il "governo di larghe intese" di cui felicemente fa parte.
Sulle rovine del (non) voto, il PD si erge a "vincitore", ma in realtà ha solo "vinto" chi ha perso meno, come in una corsa fatta a ritroso: la corsa dei gamberi...

Gli abitanti di un piccolo paese,
scegliendo il sindaco, la settimana scorsa,
con decisione presa a larghe intese,
per eleggerlo bandirono una corsa.

Essendo gente alquanto strampalata,
decisero una corsa all'incontrario
coi concorrenti in gara a rinculata,
come gamberi messi in un acquario.

Come si vincerà una tal tenzone?
Signori miei, non è lapalissiano:
occorre meditar con attenzione
ché, per vincere, bisogna andare piano!

Un gambero gagliardo come un grillo
verso la meta si lanciò di scatto;
essendo un impulsivo, anche se arzillo,
non calcolò che non andava fatto.

Gli altri due principali concorrenti,
più navigati nello stare al mondo,
rincularono invece un po' più lenti
e lo lasciaron correr fino in fondo.

Di questi due, più vecchi e macilenti,
il gambero più pigro ebbe la meglio:
come s'è detto in versi precedenti,
qui vincer non potea quello più sveglio.

Perciò, suonato il gong di fine gara,
il primo s'incazzò come un ossesso:
"La regola non era affatto chiara,
mi hanno fregato, mi hanno fatto fesso!"

Chi invece, senza merito, alla fine
per caso si trovò davanti a tutti,
gongolando, sopra le rovine,
lo sbeffeggiava con gestacci brutti.

Quell'altro ancor, di qua o di là si guardi,
vanta comunque lo stesso piazzamento:
(mai si ritira! ...O Dei falsi e bugiardi,
finché ci toccherà questo tormento?)

Non tira fuor la solita arroganza
e questo risultato non gli rode:
è soddisfatto in questa circostanza,
ché tra i due litiganti il terzo gode!

© Muso Rosso 2013


Post precedente: Partito Di (s) Fatto (visualizza)
I cattolici di tutti gli schieramenti, da sempre ostili alle “unioni di fatto”, si ravvedono e fanno coming-out. Approfittando dell’incapacità dei dirigenti PD di gestire la crisi politica, vengono allo scoperto e, abbattendo tutti gli steccati finora dichiarati invalicabili, si lanciano in un comune afflato di amorosi sensi per la costituzione di un governo detto “di larghe intese”. Così viene definita l'operazione, sponsorizzata da un Presidente che non ha esitato a gettare per la terza volta la ciambella di salvataggio al “principale esponente, ecc. ecc.” (la prima quando gli concesse un mese di tempo per comprarsi un po' di parlamentari, la seconda quando gli mandò in soccorso il governo Monti).
Nell'euforia generale dei deputati e senatori PD-PDL, viene dato l'incarico a Letta-nipotino, il quale, presentando con sussiego il suo governo, tiene a precisare che non è più tempo di contrapposizioni e che loro sono un'unica squadra; per il bene del Paese, naturalmente. Traduzione: un partito invisibile, che non si era presentato alle elezioni con le proprie insegne, ha preso le redini del potere politico.
Dagli abissi dove era nascosta, benedetta dal Vaticano, riemerge la balena democristiana...

domenica 5 maggio 2013

PDF Partito Di (s) Fatto

I cattolici di tutti gli schieramenti, da sempre ostili alle “unioni di fatto”, si ravvedono e fanno coming-out. Approfittando dell’incapacità dei dirigenti PD di gestire la crisi politica, vengono allo scoperto e, abbattendo tutti gli steccati finora dichiarati invalicabili, si lanciano in un comune afflato di amorosi sensi per la costituzione di un governo detto “di larghe intese”. Così viene definita l'operazione, sponsorizzata da un Presidente che non ha esitato a gettare per la terza volta la ciambella di salvataggio al “principale esponente, ecc. ecc.” (la prima quando gli concesse un mese di tempo per comprarsi un po' di parlamentari, la seconda quando gli mandò in soccorso il governo Monti).
Nell'euforia generale dei deputati e senatori PD-PDL, viene dato l'incarico a Letta-nipotino, il quale, presentando con sussiego il suo governo, tiene a precisare che non è più tempo di contrapposizioni e che loro sono un'unica squadra; per il bene del Paese, naturalmente. Traduzione: un partito invisibile, che non si era presentato alle elezioni con le proprie insegne, ha preso le redini del potere politico.
Dagli abissi dove era nascosta, benedetta dal Vaticano, riemerge la balena democristiana...


Si festeggia, finalmente, nei palazzi del potere:
il disastro è scongiurato e tintinnano il bicchiere.

Han rieletto presidente un vegliard-napoletano
che, col grande inciucio, salva per la terza volta il nano.

Son contenti quasi tutti, sprizzan gioia da tutti i pori,
le poltrone sono salve, ed i culi dei signori

resteranno ancora al caldo, qualche tempo per lo meno,
fino a quando reggerà questo pateracchio osceno

E il partito senza nome,
che non c'era all'elezione,
(mentre il grillo sta cantando)
va sul ponte di comando.

Ricompare all'orizzonte la balena misteriosa,
la balena bianca e azzurra che fagocita ogni cosa,

ed han messo su un "pretino" per dir messa all'Italietta
che, mellifluo, ci ammannisce la ritrita favo-letta

"Siamo tutti una famiglia, ci dobbiamo voler bene
ladri e onesti, non importa, l'importante è stare insieme"

Poi, rivolto ai suoi colleghi: "Noi l'abbiam sempre saputo,
ma ora non dobbiam più fingere... il momento è ormai venuto!


Si festeggia finalmente nei palazzi del potere:
quelli brindano, però è a noi che la voglion dare a bere!

© Muso Rosso 2013


Post precedente: C'era un grillo (visualizza)
Dopo le elezioni vinte-perse Bersani, incaricato da Napolitano di verificare la possibilità di costituire una maggioranza in Parlamento, “scopre” improvvisamente il movimento cinque stelle e si offre ripetutamente per un’alleanza che possa far nascere un governo PD - M5S, per lo meno su un programma minimo (i famosi “8 punti”). Ad ogni avance, però, riceve sistematicamente un netto rifiuto, rivolto non tanto ai punti del programma quanto alla sua personale presenza, sia da parte del leader del M5S che dei due capigruppo, duri e puri quanto banali e obbedienti al capo.
Nella situazione di stallo, Napolitano tira fuori dal cilindro “i 10 saggi”, un mescolone di esperti e navigati politici della vecchia nomenclatura che, divisi in due sottogruppi come negli esami universitari di lontana memoria, hanno il compito di “inventare” un programma che metta tutti d’accordo e permetta il varo del governo. Ma tutti d’accordo chi? PD, PDL e Scelta Cinica, naturalmente.

mercoledì 3 aprile 2013

C'era un grillo

Dopo le elezioni vinte-perse Bersani, incaricato da Napolitano di verificare la possibilità di costituire una maggioranza in Parlamento, “scopre” improvvisamente il movimento cinque stelle e si offre ripetutamente per un’alleanza che possa far nascere un governo PD - M5S, per lo meno su un programma minimo (i famosi “8 punti”). Ad ogni avance, però, riceve sistematicamente un netto rifiuto, rivolto non tanto ai punti del programma quanto alla sua personale presenza, sia da parte del leader del M5S che dei due capigruppo, duri e puri quanto banali e obbedienti al capo.
Nella situazione di stallo, Napolitano tira fuori dal cilindro “i 10 saggi”, un mescolone di esperti e navigati politici della vecchia nomenclatura che, divisi in due sottogruppi come negli esami universitari di lontana memoria, hanno il compito di “inventare” un programma che metta tutti d’accordo e permetta il varo del governo. Ma tutti d’accordo chi? PD, PDL e Scelta Cinica, naturalmente.

Le rime sono impostate sulla base di una celebre filastrocca per bambini.
PERSONAGGI E INTERPRETI: 

 Il grillo
 La formicuzza
 I robottini
 Il prete
 Il nano


 
1° ATTO (8 punti)

C'era un grillo in un campo di lino
La formicuzza gliene chiese un pochettino
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà

Disse il grillo: "Che cosa ne vuoi fare?"
"Calze e camicie, mi voglio maritare"
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà

Il grillo chiese: "Chi mai sarà lo sposo?"
"Vorrei che fossi tu! non è meraviglioso?"
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà

Rispose il grillo, con prosopopea:
"Sposare te? Neanche per idea!"
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà

La formicuzza, sorvolò l'offesa
e gli portò la lista della spesa:
8 punti-larillallèro, 8 punti-larillallà

Gli disse: "Grillo, se vuoi fare pace,
farò per te tutto quello che ti piace"
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà

Ribattè il grillo: "Non lo vuoi capire?
Con te non ci sto, come te lo devo dire?"
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà



2° ATTO (robottini)

Eran le nove quando tutto elegante
salì sul colle il grillo twitteggiante
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà

Twitteggiò col Prete, tagliando corto,
"Io con la formicuzza non mi metto manco morto"
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà

La formicuzza, salì anche lei in collina
e disse al Prete "Ci riprovo domattina"
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà

Ma l'indomani, però, il grillo non c'era,
al suo posto mandò due pupazzi di cera
Robottini-larillallèro Robottini-larillallà

Dissero i robottini: "Non c'è niente da fare.
Povera formicuzza, ti devi rassegnare!"
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà

"Il Ballarò-blablà è inutile perché
il nostro padroncino vuol far tutto da sé"
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà


3° ATTO (inciuciàmo)

La triste formicuzza soffrì una grande pena
ed in silenzio scomparve dalla scena
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà

Il vecchio astuto prete non celebrò le nozze,
passò tutta la notte a riscriver le sue bozze:
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà

ha scritto una ricetta coi soliti dosaggi,
per fare un minestrone chiamato I Dieci Saggi
Inciuciàmo-larillallèro Inciuciàmo-larillallà

Il grillo, invece, non fu per niente saggio:
credeva d'essere il più furbo del villaggio,
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà

ed è così che il popolo italiano
lo ringrazierà se rimane in pista il nano
Larizùmpa-larillallèro Larizùmpa-larillallà


© Muso Rosso 2013

Post precedente: Exit poll (visualizza) Vagamente ispirato dal carme "Dei Sepolcri" di Ugo Foscolo, Muso Rosso immagina le schede elettorali nella notte fra domenica e lunedì, quando le operazioni di voto sono sospese e le urne, già piene a metà, restano al buio nei seggi deserti e silenziosi. Si gioca sul doppio senso tra urne funerarie ed urne elettorali, tra la croce cristiana e quelle segnate dagli elettori sui simboli dei partiti. E si gioca sul contrasto fra i sepolcri degli uomini illustri cantati da Foscolo ed i "sepolcri imbiancati", cui Gesù paragonò gli Scribi e i Farisei nell'invettiva contro di loro a causa del loro comportamento falso e ipocrita: Scribi e Farisei oggi facilmente riconoscibili nella cosiddetta "casta", asserragliata nei sepolcrali partiti di cui si serve.
Quanto al risultato delle elezioni, l'anticipato exit-poll di Muso Rosso - naturalmente controcorrente, in un giorno nel quale molti ripongono nel voto tante aspettative - è segnato da una vena di amaro pessimismo...
 

domenica 24 febbraio 2013

Exit poll

Vagamente ispirato dal carme "Dei Sepolcri" di Ugo Foscolo, Muso Rosso immagina le schede elettorali nella notte fra domenica e lunedì, quando le operazioni di voto sono sospese e le urne, già piene a metà, restano al buio nei seggi deserti e silenziosi. Si gioca sul doppio senso tra urne funerarie ed urne elettorali, tra la croce cristiana e quelle segnate dagli elettori sui simboli dei partiti. E si gioca sul contrasto fra i sepolcri degli uomini illustri cantati da Foscolo ed i "sepolcri imbiancati", cui Gesù paragonò gli Scribi e i Farisei nell'invettiva contro di loro a causa del loro comportamento falso e ipocrita: Scribi e Farisei oggi facilmente riconoscibili nella cosiddetta "casta", asserragliata nei sepolcrali partiti di cui si serve.
Quanto al risultato delle elezioni, l'anticipato exit-poll di Muso Rosso - naturalmente controcorrente, in un giorno nel quale molti ripongono nel voto tante aspettative - è segnato da una vena di amaro pessimismo...

SEPOLCRI IMBIANCATI

Nei seggi elettorali e dentro l'urne
zuppe di pianto giacciono le schede.
Taluna è bianca, talaltra ha un vaffanculo.
Poche son d'arancione appena accese:
un fuoco fioco, cui d'una resistenza
qualcuno affida un poco di speranza.

Un mucchietto maggiore si distingue
e fa da appiglio a chi senza timone,
come naufrago costretto alla deriva,
sentendosi disperso in mezzo al mare
all'influsso s'affida delle stelle
che nella notte il grillo fan cantare.

Tutte l'altre recano una croce
che fa riferimento ad un sepolcro.
Che sia turchina, verde o tricolore
la bandierina, non vuol dire molto:
si tratta in ogni caso del suggello
che il loro gregge è ognor sotto controllo.

E, quando s'apriranno l'urne tristi,
gli scrutatori cosa scruteranno?
Conteranno il dolor che v'è nel mondo?
No, solo le tombe assegneranno
nel cimitero dei sepolcri bianchi
che verità e giustizia affosseranno.


© Muso Rosso, 2013

Essere un sepolcro imbiancato: essere falsi, ipocriti; nascondere una natura perversa oppure comportamenti riprovevoli, azioni disoneste sotto una parvenza d'irreprensibile rettitudine.
Riprende un'invettiva di Gesù contro i Farisei e gli Scribi (Matteo, XXIII, 25), accusati di essere “simili a sepolcri imbiancati: all'esterno son belli a vedersi,... ma dentro son pieni di ossa di morti e di ogni putridume”.

Scribi. Gli scribi si distinguevano quali insegnanti della Legge, ma non riconoscevano i veri problemi e bisogni del popolo. Come i farisei, gli scribi davano più importanza a regolamenti cavillosi e tradizioni che a misericordia, giustizia e fedeltà. Rendevano opprimente la Legge. (Matteo 23:2-4, 23, 24; Luca 11:45, 46) ...assumevano un atteggiamento di superiorità nei confronti della gente comune e non davano essi stessi l’esempio (Matteo 23:3, 6, 7; Giovanni 7:48, 49).

Farisei. Importante setta religiosa ... Si vantavano (ipocritamente) di essere giusti e disprezzavano la gente comune. (Luca 18:11, 12; Giovanni 7:47-49) ... Amavano il denaro (Luca 16:14), desideravano la preminenza e i titoli onorifici. (Matteo23:6, 7; Luca 11:43) ... Trascuravano completamente le cose importanti, cioè giustizia, misericordia, fedeltà e amore di Dio (Matteo 23:23; Luca 11:41-44), e ricorrevano a ogni mezzo per fare proseliti (Matteo 23:15). 


Post precedente: Carnevale elettorale (visualizza)
Il post pubblicato a dicembre 2011 (Passera milonaria) cominciava così: " Berlusconi è caduto. Ha battuto una musata sul ring non per merito dei suoi avversari, ma per essere scivolato sui suoi stessi piedi. Avrà il tempo e la forza di rialzarsi? Sembrerebbe di no, ma arbitro ed avversari, generosi come sempre, lo soccorrono..."
Napolitano e Bersani
, dopo la caduta del governo Berlusconi, decisero infatti di non andare al voto subito, ma di rimandare tutto al 2013. Il PD, con surreale strategia, è entrato in maggioranza col centrodestra, ha fondato il Club ABC (Alfano Bersani Casini) e, all'ombra di Monti, hanno governato tutti insieme per un altro anno e mezzo. Finché Berlusconi, definito "pifferaio" dal Professore, giudicando il Paese sufficientemente stremato dai provvedimenti del Riformero, ha deciso che era il momento di tentare la rivincita: ha staccato la spina al governo ed è tornato sulla scena col suo solito stile.
La cosa più indovinata di questa vicenda è la collocazione della campagna elettorale in pieno periodo carnevalesco..

lunedì 11 febbraio 2013

Carnevale Elettorale

Il post pubblicato a dicembre 2011 (Passera milonaria) cominciava così: " Berlusconi è caduto. Ha battuto una musata sul ring non per merito dei suoi avversari, ma per essere scivolato sui suoi stessi piedi. Avrà il tempo e la forza di rialzarsi? Sembrerebbe di no, ma arbitro ed avversari, generosi come sempre, lo soccorrono..."
Napolitano e Bersani
, dopo la caduta del governo Berlusconi, decisero infatti di non andare al voto subito, ma di rimandare tutto al 2013. Il PD, con surreale strategia, è entrato in maggioranza col centrodestra, ha fondato il Club ABC (Alfano Bersani Casini) e, all'ombra di Monti, hanno governato tutti insieme per un altro anno e mezzo. Finché Berlusconi, definito "pifferaio" dal Professore, giudicando il Paese sufficientemente stremato dai provvedimenti del Riformero, ha deciso che era il momento di tentare la rivincita: ha staccato la spina al governo ed è tornato sulla scena col suo solito stile.
La cosa più indovinata di questa vicenda è la collocazione della campagna elettorale in pieno periodo carnevalesco...


Com'è bella l'Italietta
che vediamo tuttavia...1
chi vuol esser lieto sia,
ma doman cosa ci aspetta?

Già si sa che sette vite dei felini sono il vanto,
ma chi avrebbe immaginato che il porcel vive altrettanto?
E voilà: cocco-leccato dalla talk-televisione,
vispo, e sempre più gasato, è riapparso Berluscone!
Solamente un anno fa era dato per spacciato,
ma gli han dato tempo e fiato ed arzillo è ritornato.

« Me ne stavo attapirato, aspettando con terrore
la mia fine, quando a un tratto è sbucato il Professore:
non poteva andare meglio! che fortuna, che figata!
la sinistra-truffaldina di votar se l'è cagata.
Per disperdere le tracce s'è nascosta dietro ai Monti
Aiutando i finanzieri a curare i loro conti.

Mentre il popolo incazzato, derubato a mani basse,
minacciato più di prima con i tassi e con le tasse,
dopo un lungo inverno aspetta una nuova primavera.
Gli farò mille promesse! Se si squaglian come cera
poi non me ne frega niente: l'importante è stare a galla,
non sarà la prima volta che racconto qualche balla! »

Quindi, il Primo Pifferaio apre la carnevalata.
Gli altri fiati dell'orchestra prendon parte alla sfilata:
San Bersan che va a braccetto e con Vendola e con Fini,
c'è Maroni con TreMonti e c'è un Monti con Casini.
Una piccola pattuglia segue un po' in disparte, dietro:
fritto misto con Ferrero, Dily, Dema, Ingro & Dipietro.

Ed infine un altro gruppo, che sta fuori dal corteo,
mentre sfilano quegli altri fa sberleffi e marameo;
popolo del vaffanculo, della rete i beniamini
scelti solo con un click! sono i grilli canterini.
Manca solo Pulcinella, al gran corso mascherato:
per salvar la dignità... alla larga se n'è stato!

Com'è bella l'Italietta
che vediamo tuttavia...
chi vuol esser lieto sia,
ma è la solita pappetta!


1) "Tuttavia", come nel celebre componimento di Lorenzo il Magnifico (Come è bella giovinezza, che si fugge tuttavia...) ha qui il significato di "continuamente".



© Muso Rosso, 2013


Post precedente: Scelta cinica (visualizza)
Il successore di Berlusconi, dopo un anno di mazzate appioppate al popolo italiano, ha rotto gli indugi e ha deciso - come ha detto lui - di "salire in politica" chiedendo, in una delle sue prime uscite come capo-partito, di "silenziare" i maleducati che non gli piacciono. Si presenta alle elezioni con un simbolo il cui motto "scelta civica" ha subito evocato in molti la variazione in "scelta cinica", più consona allo stile di governo espresso dal personaggio, messìa e salvatore della patria secondo alcuni ma, soprattutto, secondo sé medesimo.



domenica 13 gennaio 2013

SCELTA CINICA

Il successore di Berlusconi, dopo un anno di mazzate appioppate al popolo italiano, ha rotto gli indugi e ha deciso - come ha detto lui - di "salire in politica" chiedendo, in una delle sue prime uscite come capo-partito, di "silenziare" i maleducati che non gli piacciono. Si presenta alle elezioni con un simbolo il cui motto "scelta civica" ha subito evocato in molti la variazione in "scelta cinica", più consona allo stile di governo espresso dal personaggio, messìa e salvatore della patria secondo alcuni ma, soprattutto, secondo sé medesimo.

Dopo l'unto del Signore
e la sua pattuglia oscena,
un glaciale guaritore
è "salito" sulla scena.
Cloroformic-professore,
pare parli a bocca piena,
uno chic-silenziatore
che ci mette in quarantena.

Uno chic-benefattore,
creatura ultraterrena,
presuntuoso redentore
che le banche rasserena.
Quando ride ci fa orrore
peggio ancora della iena,
è in realtà un taglieggiatore *
ed il popolo malmena.

Se perciò un lavoratore
che riesce a malapena,
benché sia risparmiatore,
a sbarcare pranzo e cena
lo avvicina con livore
e gli calcia il fondoschiena,
ciò non desterà stupore
e neppur ci farà pena!

* Sostituire a piacere con:
castigatore, demolitore, depredatore, devastatore, espropriatore, flagellatore, fustigatore, vessatore, grassatore, liquidatore, macellatore, seviziatore, affamatore, ecc.


© Muso Rosso 2013


Post precedente: BALLottaggi (visualizza)
Bersani e Renzi corrono al ballottaggio per le primarie del Centrosinistra, che decideranno chi sarà il candidato-premier per le prossime elezioni politiche. Siamo in vista del traguardo. I due si "sfidano" (si fa per dire) a un duello televisivo nel quale si profondono in sorrisi e battutine, come se fosse in palio il "premio alla bontà". Ma, chiuso il siparietto divertente, riemerge lo scontro sulle modalità di voto. Bersani vuole chiudere la partecipazione popolare: al primo turno è in vantaggio e non vuole rischiare di compromettere una vittoria che sente già sua. Renzi sa che le sue speranze di rimonta dipendono dall'allargamento della base dei votanti, perciò organizza un battage informativo per convogliare ai seggi ulteriori schiere di elettori, prendendosi l'accusa di non rispettare le regole. Bersani sostiene che al ballottaggio possono votare solo quelli già registrati al primo turno, Renzi dice che non è affatto vero e che si tenta solo di impedire la libera partecipazione. Muso Rosso andrà a votare?