Dopo le elezioni politiche, il Partito "Democratico", nascondendosi sotto la gonna del Presidente, corre all'abbraccio mortale del governo "delle larghe intese". L'occasione di imprimere un cambiamento significativo alla situazione politica italiana viene furbescamente evitata: è colpa delle stelle ( 5 ) se è necessario continuare con la stessa maggioranza che reggeva Monti & Fornero. Attraverso una serie di passaggi apparentemente demenziali si creano le condizioni per trovare il "pupo" che ci metta la faccia. Ma la sostanza è che si concede allo sconfitto di tramutarsi in vincitore, al punto da porre condizioni, ricatti e pretese. Si dà spazio perfino alla richiesta di sospendere l'attività del Parlamento, fatta nel clima dell'ennesimo attacco alla magistratura che "osa" condannare il paperone italiano. Si balbetta di fronte alla possibilità di un voto sulla ineleggibilità del paperone, si cercano escamotage per non essere troppo cattivi nei suoi confronti. Si avalla - soprattutto - un tentativo strisciante di snaturare la Costituzione nata dalla Resistenza concordando modifiche nei rapporti fra i poteri dello Stato con un gruppo parlamentare fatto di nominati graditi al pluricondannato. E se il paperone verrà allontanato dalla politica, sarà solo a causa delle sue condanne, certamente non per l'azione politica del PD, anche se i suoi esponenti saranno poi pronti a rivendicarne il merito.
Di tutto ciò la "base" del Partito "Democratico", distratta dalle lotte di potere interne alla burocrazia di partito, sembra non accorgersi. O forse non vuole vedere, perché da troppo tempo è ormai abituata così...
Sulla falsariga della carducciana "Pianto antico" (L'albero a cui tendevi la pargoletta mano...) ecco quello che, per Muso Rosso, è il "Pianto Definitivo":
Pianto
Definitivo
Gli
inetti, imbelli e pavidi sempre danno una mano
al
miliardario nano
corrotto
e corruttor:
dopo
le votazioni ringalluzzì, ed ora
il
PD lo ristora
facendogli
favor.
Ma
tu, base del cazzo! offesa e impoverita
tu, umiliata e tradita,
perché
sopporti ancor?
stai
dietro a chi nel fosso gettata ha la bandiera,
non
senti la bufera,
sfiorito
è in petto il fior!
© Muso Rosso 2013
Gli ultimi tre versi contengono altrettante citazioni a tre delle più conosciute ed amate canzoni di lotta della tradizione popolare:
Contessa,
di Paolo Pietrangeli
È
la colonna sonora del '68 italiano. Pietrangeli l'ha scritta
ispirandosi a una conversazione fra due signore della “Roma-bene”
sentita in un elegante caffè della Capitale (“Sapesse, contessa,
all’industria di Aldo han fatto uno sciopero quei quattro
ignoranti...”). Il riferimento è qui ad un altro punto della
canzone, precisamente alla strofa:
“Se
il vento fischiava ora fischia più forte
le
idee di rivolta non sono mai morte!
Se
c’è chi lo afferma non statelo a sentire:
è
uno che vuole soltanto tradire,
se
c’è chi lo afferma sputategli addosso,
la
bandiera rossa ha gettato in un fosso!”
Fischia
il vento
“Fischia il vento
e infuria la buferascarpe rotte e pur bisogna andar …”
È il famoso incipit della canzone composta nel dicembre 1943 sulle montagne liguri dove era accampata la banda partigiana di Felice Cascione. Giacomo Sibilla (Ivan), soldato reduce dalla campagna di Russia, unitosi alla banda, fece conoscere ai compagni la canzone “Katjuša”. Dall’insieme del gruppo vennero scritti i versi in Italiano e la canzone divenne, in seguito, l'inno ufficiale delle Brigate Garibaldi.
L’Internazionale
È la canzone universalmente riconosciuta come l'inno dei lavoratori in tutto il mondo. Le parole originali furono scritte in francese da Eugène Pottier nel 1871 per celebrare la Comune di Parigi. Pierre Degeyter scrisse la musica nel 1888.
Il “fiore” è citato nella strofa iniziale della versione italiana:
“Compagni avanti, il gran Partito
noi siamo dei lavorator.
Rosso un fiore in petto c'è fiorito,
una fede ci è nata in cuor.
Noi non siamo più nell'officina,
entro terra, dai campi, al mar
la plebe sempre all'opra china
senza ideale in cui sperar.
Su, lottiam! l'ideale nostro, alfine, sarà
l'internazionale futura umanità!”
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Questa può essere l' «Ultima Thule» di Muso Rosso, su questo sito.
Muso Rosso desidera andare a caccia in altri territori, ma sarà in ogni caso sempre in circolazione... Augh! Che il Grande Spirito sia sempre con voi.
Post precedente: La corsa dei gamberi (visualizza)
Elezioni amministrative 25-26 maggio 2013. Si vota per le elezioni dei sindaci in diversi comuni italiani, tra cui alcuni molto importanti o significativi come Roma, Brescia, Siena, Pisa. Circa sette milioni di Italiani sono chiamati al voto, ma quasi la metà diserta le urne: un risultato disastroso per la partecipazione democratica, una aperta manifestazione di dissenso verso l'insieme dell'offerta politica così come è oggi rappresentata in Italia.
Il Movimento 5 Stelle, dopo il recente boom alle elezioni politiche di febbraio, è quello che subisce il più drastico ridimensionamento. Ma anche PDL e PD perdono quote consistenti di adesioni. Tra i due, il partito di Berlusconi perde un po' di più e si piazza secondo, però il risultato non gli dispiace più di tanto. Lo scossone temuto da tanti non c'è stato, è una boccata di ossigeno per il "governo di larghe intese" di cui felicemente fa parte.
Sulle rovine del (non) voto, il PD si erge a "vincitore", ma in realtà ha solo "vinto" chi ha perso meno, come in una corsa fatta a ritroso: la corsa dei gamberi...
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