"Io sono un generale" è una canzone satirica interpretata dal gruppo di cabaret "I Gufi" nel 1968.
Il brano era inserito all'interno del musical (uscito anche in vinile su LP) intitolato "Non spingete, scappiamo anche noi!", uno spettacolo teatrale di impronta satirica nei confronti del militarismo e nettamente schierato contro tutte le guerre, passate presenti e future. La canzone è ancora oggi di grande attualità.
Qui viene proposta una versione "aggiornata": la prima strofa riprende esattamente il testo originale, le restanti sono ispirate alla campagna elettorale attualmente in corso per le elezioni europee.
Per chi ne ha voglia, il link alla canzone interpretata dai Gufi è il seguente: https://www.youtube.com/watch?v=cfYjp0Kqi2A
Ascoltarla ne vale la pena, anche per poter dare un ritmo e una melodia al testo qui presentato.
IO SONO UN GENERALE
Io sono un generale e me ne vanto,
io sono un generale e son contento!
Sono io che vi difendo nella guerra e nella pace
da che cosa non lo so, però però...
Io sono un generale e me ne vanto,
io sono un generale e son contento!
Vedo il mondo all'incontrario fin da quando ero ragazzo,
non capisco proprio un cazzo, eccomi qua:
credo al mito della razza, eia eia alalà!
Io sono un generale e me ne vanto,
io sono un generale e son contento!
Scrivo libri demenziali, paranoie cerebrali,
mi son messo con Salvini sai perché?
Se lo votano i cretini voteranno pure me!
Io sono un generale e me ne vanto,
io sono un generale e son contento!
Io divido i cittadini fra normali ed anormali,
dove stanno i generali chi lo sa?
Io di certo tra i secondi, eia eia alalà!
("Io sono un generale", versione originale di: Lunari-Patruno. Ediz. EMI-Columbia 1968 ©)
I GUFI: Roberto Brivio, Gianni Magni, Lino Patruno, Nanni Svampa
Muso Rosso, 2024
Nel post precedente: UNA MAMMA
Assassinata a fucilate in Abruzzo l'orsa Amarena.
Frutto avvelenato del cosiddetto “Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica”, decreto che dà seguito all’emendamento alla Legge di Bilancio, voluto dal governo e votato dal parlamento nel dicembre 2022. Una sorta di via libera ai cacciatori di entrare nei parchi e nelle città e di sparare a qualsiasi specie di animale selvatico.
Questa poesia era stata scritta subito dopo quel voto, nel gennaio 2023, ma volutamente mai pubblicata per scongiurare un cattivo presagio. Purtroppo non è servito...
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