È suonata la campanella. L'Italia ha votato con una legge elettorale scritta a suo tempo dal Partito Democratico nella speranza di garantirsi "un posto al sole" nei secoli dei secoli. Con questa legge elettorale una netta minoranza di elettori sul totale degli aventi diritto al voto può ottenere una grande maggioranza in Parlamento e occupare indisturbata praticamente tutte le principali cariche istituzionali.
Ma le cose non vanno sempre secondo i desideri dei finissimi strateghi PD: a questo giro gli hanno portato via la torta e si è insediato, come si usa dire in gergo parlamentare, il Gabinetto Meloni.
Un tempo, quando la politica era una cosa seria, leggi come questa si chiamavano "legge truffa" ed erano fortemente avversate sia in Parlamento che nelle strade. Una volta ci provò la Democrazia Cristiana (guarda un po': i "fratelli maggiori" degli attuali dirigenti PD!), ma dovette ritirarla a furor di popolo.
L'Italia è una "casina"
(detto alla femminina)
baciata dalla luce
di chi ora ci con-duce.
Ci son due camerette
che in ristrutturazione
son state un po' ristrette
e avran meno persone.
Ma sono confortevoli
per chi vi prende posto,
persino chi è colpevole
può starci ben nascosto.
Quella con la fontana
funziona da cucina:
là i cuochi nazionali
ci fan la minestrina.
Chi va nell'altra camera
discretamente bussa:
c'è sempre lì qualcuno
che dorme e se la russa.
E poi c'è il gabinetto,
su tutto sovrastante,
dove farà i suoi sforzi
la gente più importante.
Sul trono principale
depongono i meloni
e come carta igienica
consumano i milioni.
Accanto al palazzetto
c'è un misero cortile
con i conigli e i polli
e un piccolo porcile.*
A questi hanno sbarrato
l'ingresso in ogni stanza,
li nutrono buttandogli
il marcio che gli avanza.
Lontano mille miglia...
c'è il popolo italiano
che come sempre resta
con le mutande in mano!
* Ogni specie ha un referente politico. Non occorre grande fantasia per capire quale.
© Muso Rosso (2022)
Nel post precedente: LETTERA
Dopo la batosta elettorale, conseguente alla immaginifica strategia autoperdente del PD, il segretario di quel partito promette di dimettersi con l'arrivo delle rondini e, intanto, se la cava mandando una letterina consolatoria alla sua di-letta schiera.
Il segretario, da consumarsi preferibilmente entro marzo 2023, è fiducioso che il suo partito rinasca più bello e più forte di prima. Non si sa mai, magari c'è ancora chi crede a Babbo Natale...
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