Nel dicembre 2010 era previsto un voto di fiducia particolarmente rischioso per le sorti del governo. Mentre nelle piazze italiane, e romane in particolare, si manifestava l'accesa protesta degli studenti, culminata il 14 dicembre con il tentativo di assedio alle sedi parlamentari, il partito del capo del governo riusciva a "convincere" alcuni politici dei gruppi di opposizione a cambiare schieramento e a votare la fiducia all'esecutivo.
Mentre fuori fischia il vento
dentro il nostro Parlamento
c'è la caccia al deputato,
delle vacche c'è il mercato.
Sciliquini, Silipoti,
- che gran pezzi di cornoti ! -
hanno fatto marcia indietro
e da Fini e da Di Pietro.
A rimorchio di costoro,
s'è associata Pulidoro
ed ancora il Duo Caseario
che al piddì ora è avversario.
Hanno fatto un voltafaccia
per salvare la pellaccia
rattoppata al silicone
del bassotto Berluscone.
Ma con questa operazione
il famoso paperone
al mercato delle vacche
ha comprato solo cacche!
© Muso Rosso 2010
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Berluscone cerca casa (visualizza)
Il capo del governo sposta dall'isola della Maddalena, dove era inizialmente previsto, a L'Aquila il vertice del G8-2009 come "un forte segnale per il rilancio di zone così duramente colpite dal terremoto". Annuncia anche che cercherà una casa per trascorrere le vacanze in Abruzzo…
Muso Rosso ha dissotterrato l'ascia di guerra. Questo spazio web è dedicato allo spirito libero delle idee, senza obbedienze di credo, di partito,
di gerarchie qualsiasi. Ipocrisia, prepotenza, sfruttamento, ignoranza e conformismo sono i principali nemici di Muso Rosso. Contro di essi le armi possibili sono molte: verità, umanità, cultura, creatività, rispetto per la natura. Ma su tutte domina la Libertà, di parola e di pensiero.
di gerarchie qualsiasi. Ipocrisia, prepotenza, sfruttamento, ignoranza e conformismo sono i principali nemici di Muso Rosso. Contro di essi le armi possibili sono molte: verità, umanità, cultura, creatività, rispetto per la natura. Ma su tutte domina la Libertà, di parola e di pensiero.
Il contenuto di queste pagine è costituito da una serie di scritti in rima che traggono ispirazione da eventi dell'attualità politica e sociale (da leggere perciò con gli occhi del momento storico in cui gli eventi si sono svolti), scritti che sono mossi fondamentalmente dall'esigenza di smascherare la violenza e la stupidità del potere.
mercoledì 22 dicembre 2010
lunedì 27 settembre 2010
BERLUSCONE CERCA CASA
Il capo del governo sposta dall'isola della Maddalena, dove era inizialmente previsto, a L'Aquila il vertice del G8-2009 come "un forte segnale per il rilancio di zone così duramente colpite dal terremoto". Annuncia anche che cercherà una casa per trascorrere le vacanze in Abruzzo…
A.A.A.
Attenzione! Berluscone
sta cercando un’occasione,
dopo i guai a villa Certosa
ora è stanco e si riposa.
Va in vacanza giù in Abruzzo
dove è un po’ che fa lo struzzo.
Non importa se laggiù
non son tutti a braccia aperte;
poco mal: col terremoto
lui ci gioca, si diverte.
Fa il pompiere, l’architetto,
lo stratega consumato,
l’importante è avere un “set”
per venir fotografato.
È perciò che ci ha portato
anche Obbama e Sarcosì
e Gheddafi e l’Angelina...
sono accorsi tutti lì!
E compunti, dispiaciuti,
sono andati tra la gente,
però a loro dell’Abruzzo
non gli importa un accidente.
Poi son presto ripartiti,
ma lui no, non lo può fare,
come accade nel teatro
alla fin del recitare:
per gli applausi di commiato
sfila tutta la Rivista,
poi rimane sulla scena
solo lui, il protagonista.
Ma per far bella figura
lui si deve accontentare:
una piccola casetta
senza parco e senza mare.
Niente palme né piscine,
niente sauna e idromassaggio,
tutte queste privazioni
mostreranno il suo coraggio.
Beh! si sa, in certi frangenti
ogni cosa la si fa,
specialmente per rifarsi
nuova la verginità.
Vuol restare sulla scena
e apparire senza macchia,
ci saranno battimani...
noi mandiamo una pernacchia!
_________________
© Muso Rosso 2009
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L'Aquila reale (visualizza)
Il capo del governo visita l'Aquila dopo il terremoto e illustra i primi provvedimenti in favore della popolazione colpita...
A.A.A.
Attenzione! Berluscone
sta cercando un’occasione,
dopo i guai a villa Certosa
ora è stanco e si riposa.
Va in vacanza giù in Abruzzo
dove è un po’ che fa lo struzzo.
Non importa se laggiù
non son tutti a braccia aperte;
poco mal: col terremoto
lui ci gioca, si diverte.
Fa il pompiere, l’architetto,
lo stratega consumato,
l’importante è avere un “set”
per venir fotografato.
È perciò che ci ha portato
anche Obbama e Sarcosì
e Gheddafi e l’Angelina...
sono accorsi tutti lì!
E compunti, dispiaciuti,
sono andati tra la gente,
però a loro dell’Abruzzo
non gli importa un accidente.
Poi son presto ripartiti,
ma lui no, non lo può fare,
come accade nel teatro
alla fin del recitare:
per gli applausi di commiato
sfila tutta la Rivista,
poi rimane sulla scena
solo lui, il protagonista.
Ma per far bella figura
lui si deve accontentare:
una piccola casetta
senza parco e senza mare.
Niente palme né piscine,
niente sauna e idromassaggio,
tutte queste privazioni
mostreranno il suo coraggio.
Beh! si sa, in certi frangenti
ogni cosa la si fa,
specialmente per rifarsi
nuova la verginità.
Vuol restare sulla scena
e apparire senza macchia,
ci saranno battimani...
noi mandiamo una pernacchia!
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L'Aquila reale (visualizza)
Il capo del governo visita l'Aquila dopo il terremoto e illustra i primi provvedimenti in favore della popolazione colpita...
L'AQUILA REALE
Il capo del governo visita l'Aquila dopo il terremoto e illustra i primi provvedimenti in favore della popolazione colpita...
Come sempre Berluscone
fa un proclama alla Nazione:
"Non temete, gli Aquilani
sono tutti in buone mani!"
e raggiante come un astro
va sul luogo del disastro.
Si traveste da pompiere,
accarezza le vecchiette,
come fosser cose vere
tutto a tutti lui promette.
Una donna disperata
che oramai non ha più niente
"Ah! - lo invoca, disperata -
non ho più nemmeno un dente!".
La consola, se l'abbraccia:
"Su', non faccia quella faccia..."
Lui di denti ce ne ha tanti
e li mostra a tutti quanti.
"Ottimismo, non piangete,
c'è il bel tempo, non vedete?
Vi mandiamo tutti al mare
senza un soldo da pagare.
Cha cuccagna, che occasione!
in albergo od in pensione
vi potrete divertire,
affrettatevi a partire!".
Poi si accorge che nessuno
vuole andare sulla costa,
però insiste e sfoggia ancora
la sua bella faccia tosta:
"Nell'inverno che verrà
non starete al freddo e al gelo
come il santo Bambinello,
non vivrete sotto a un telo.
Ci saran case per tutti...
tutti, beh! si fa per dire...
il Governo non regala,
può soltanto contribuire.
Perciò, su' con il morale,
non temete più il futuro,
a chi se la può pagare
io la casa l'assicuro.
Se qualcuno ha delle colpe
è un problema secondario,
scriveremo alla Befana
(lo dirò al mio segretario)"
Che signore! che statista!
Chi saprebbe fare meglio?
Per pensare queste cose
lui non dorme ma sta sveglio,
mentre è il popolo italiano
che è in letargo, dorme e sogna,
così lui fa quel che vuole
e trionfa la menzogna!
_________________
© Muso Rosso 2009
Post precedente:
Se po' fa (visualizza)
Walter Veltroni, capo del Partito Democratico, adotta una strategia elettorale "isolazionista" per le elezioni politiche del 2008. Perderà.
Come sempre Berluscone
fa un proclama alla Nazione:
"Non temete, gli Aquilani
sono tutti in buone mani!"
e raggiante come un astro
va sul luogo del disastro.
Si traveste da pompiere,
accarezza le vecchiette,
come fosser cose vere
tutto a tutti lui promette.
Una donna disperata
che oramai non ha più niente
"Ah! - lo invoca, disperata -
non ho più nemmeno un dente!".
La consola, se l'abbraccia:
"Su', non faccia quella faccia..."
Lui di denti ce ne ha tanti
e li mostra a tutti quanti.
"Ottimismo, non piangete,
c'è il bel tempo, non vedete?
Vi mandiamo tutti al mare
senza un soldo da pagare.
Cha cuccagna, che occasione!
in albergo od in pensione
vi potrete divertire,
affrettatevi a partire!".
Poi si accorge che nessuno
vuole andare sulla costa,
però insiste e sfoggia ancora
la sua bella faccia tosta:
"Nell'inverno che verrà
non starete al freddo e al gelo
come il santo Bambinello,
non vivrete sotto a un telo.
Ci saran case per tutti...
tutti, beh! si fa per dire...
il Governo non regala,
può soltanto contribuire.
Perciò, su' con il morale,
non temete più il futuro,
a chi se la può pagare
io la casa l'assicuro.
Se qualcuno ha delle colpe
è un problema secondario,
scriveremo alla Befana
(lo dirò al mio segretario)"
Che signore! che statista!
Chi saprebbe fare meglio?
Per pensare queste cose
lui non dorme ma sta sveglio,
mentre è il popolo italiano
che è in letargo, dorme e sogna,
così lui fa quel che vuole
e trionfa la menzogna!
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Se po' fa (visualizza)
Walter Veltroni, capo del Partito Democratico, adotta una strategia elettorale "isolazionista" per le elezioni politiche del 2008. Perderà.
sabato 18 settembre 2010
SE PO' FA...
Walter Veltroni, capo del Partito Democratico, adotta una strategia elettorale "isolazionista" per le elezioni politiche del 2008. Perderà.
Questa è la storia di Walteroni
il più buono dei più buoni.
Lui le guance immantinente
porge subito, umilmente,
a chiunque: al tizio, al tale...
meglio ancor se gli fa male!
E, giocondo, il suo faccione
offre lieto a Berluscone,
che in risposta fa un inchino
e gli manda un bel bacino,
aspettando le occasioni
per riempirlo di schiaffoni.
Però Walteroni, il pio,
non si offende, vivaddio!:
“Quale lato preferisce?
quello a stelle o quello a strisce?
Se non le è riuscito bene
provi ancora, le conviene...
Tiri pure, tiri forte
tiri ancora tante vorte;
tiri pure, qui, sui denti,
senza fare complimenti.
Si diverta, cavaliere,
poi le porgo anche il sedere!”
Poveretto Walteroni,
ha perduto le elezioni...
Volle correre da solo
e perciò l’ha preso in colo;
anzi, ha corso con Dipietro,
ma l’ha preso nel didietro.
Alla testa del Piddì
con Rotelli e Franceschì
gli strateghi sopraffini
han prodotto uno Schifini.
Lui però è sempre contento:
“Siamo al 33 percento!”
In effetti, un risultato
Walteroni ce l’ha dato,
il suo slogan “si può fare”
ecco dove va a parare:
non ci son più casinisti
dentro il nostro Parlamento...
socialisti, comunisti,
son svaniti in un momento!
Bene, bravo, Walteroni,
il più furbo tra i furboni.
Ciò che mai riuscì ai padroni
è riuscito a Walteroni !
______________
© Muso Rosso 2010
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Minzionale (Minzolintelegiornale) (visualizza)
Il tipico "format" degli editoriali di Minzolini, il direttore del TG1.
Questa è la storia di Walteroni
il più buono dei più buoni.
Lui le guance immantinente
porge subito, umilmente,
a chiunque: al tizio, al tale...
meglio ancor se gli fa male!
E, giocondo, il suo faccione
offre lieto a Berluscone,
che in risposta fa un inchino
e gli manda un bel bacino,
aspettando le occasioni
per riempirlo di schiaffoni.
Però Walteroni, il pio,
non si offende, vivaddio!:
“Quale lato preferisce?
quello a stelle o quello a strisce?
Se non le è riuscito bene
provi ancora, le conviene...
Tiri pure, tiri forte
tiri ancora tante vorte;
tiri pure, qui, sui denti,
senza fare complimenti.
Si diverta, cavaliere,
poi le porgo anche il sedere!”
Poveretto Walteroni,
ha perduto le elezioni...
Volle correre da solo
e perciò l’ha preso in colo;
anzi, ha corso con Dipietro,
ma l’ha preso nel didietro.
Alla testa del Piddì
con Rotelli e Franceschì
gli strateghi sopraffini
han prodotto uno Schifini.
Lui però è sempre contento:
“Siamo al 33 percento!”
In effetti, un risultato
Walteroni ce l’ha dato,
il suo slogan “si può fare”
ecco dove va a parare:
non ci son più casinisti
dentro il nostro Parlamento...
socialisti, comunisti,
son svaniti in un momento!
Bene, bravo, Walteroni,
il più furbo tra i furboni.
Ciò che mai riuscì ai padroni
è riuscito a Walteroni !
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Minzionale (Minzolintelegiornale) (visualizza)
Il tipico "format" degli editoriali di Minzolini, il direttore del TG1.
mercoledì 8 settembre 2010
MINZIONALE (Minzolintelegiornale)
Il tipico "format" degli editoriali di Minzolini, il direttore del TG1.
Come sempre puntuale
ecco qua il telegiornale,
quello sul primo canale
dell'azienda nazionale.
Ci apprestiamo, ormai è normale,
a sentire un po' di “bale”,
ma - sorpresa generale! -
l'edizione oggi è speciale.
Ad un tratto appare un tale
con un ghigno maniacale:
sta davanti a uno scaffale
per sembrare intellettuale,
ma non siamo a carnevale
e lo scherzo, ahimè, non vale.
La sua faccia-funerale
di sicuro porta male,
anche un cobra tropicale
al cospetto è più gioviale.
Poi ci fa una paternale,
senza scrupolo morale,
per difendere un maiale
e la cricca criminale
il cui scopo principale
è scampare al tribunale:
un inganno colossale
che attanaglia lo Stivale.
Ma lasciamo, sul finale,
questa rima sempre uguale:
il suo nome, Minziolini,
ci dovrebbe far pisciare,
ma noi siamo giacobini...
perciò, a noi, ci fa cacare!
________________
© Muso Rosso 2010
Post precedente:
Marchione, ovvero: un moderno Cincinnato (visualizza)
Nel giugno 2010 l'amministratore delegato della FIAT impone con un referendum una scelta ricattatoria agli operai dello stabilimento di Pomigliano: accettare una riduzione dei propri diritti in fabbrica, pena il trasferimento della produzione all'estero.
Come sempre puntuale
ecco qua il telegiornale,
quello sul primo canale
dell'azienda nazionale.
Ci apprestiamo, ormai è normale,
a sentire un po' di “bale”,
ma - sorpresa generale! -
l'edizione oggi è speciale.
Ad un tratto appare un tale
con un ghigno maniacale:
sta davanti a uno scaffale
per sembrare intellettuale,
ma non siamo a carnevale
e lo scherzo, ahimè, non vale.
La sua faccia-funerale
di sicuro porta male,
anche un cobra tropicale
al cospetto è più gioviale.
Poi ci fa una paternale,
senza scrupolo morale,
per difendere un maiale
e la cricca criminale
il cui scopo principale
è scampare al tribunale:
un inganno colossale
che attanaglia lo Stivale.
Ma lasciamo, sul finale,
questa rima sempre uguale:
il suo nome, Minziolini,
ci dovrebbe far pisciare,
ma noi siamo giacobini...
perciò, a noi, ci fa cacare!
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Marchione, ovvero: un moderno Cincinnato (visualizza)
Nel giugno 2010 l'amministratore delegato della FIAT impone con un referendum una scelta ricattatoria agli operai dello stabilimento di Pomigliano: accettare una riduzione dei propri diritti in fabbrica, pena il trasferimento della produzione all'estero.
MARCHIONE
Nel giugno 2010 l'amministratore delegato della FIAT impone con un referendum una scelta ricattatoria agli operai dello stabilimento di Pomigliano: accettare una riduzione dei propri diritti in fabbrica, pena il trasferimento della produzione all'estero.
Si presenta col maglione
per sembrare uno normale,
ma si tratta di Marchione,
un eroe del Capitale!
Un moderno Cincinnato (1),
anzi, no, un Menenio Agrippa (2)
che la plebe un dì ha ingannato,
ché del popol se ne impippa.
In Europa c'è la crisi...
alla Fiat c'è sempre stata
e i governi, ben decisi,
l'hanno sempre ripianata.
Ora in cassa dello Stato
di denaro non ce n'è
ed allora Cincinnato
è costretto a far da sé.
Trova subito i rimedi
con Buonanno&Angioletti (3)
che si prostrano ai suoi piedi
e gli fanno da servetti.
Lui minaccia, lui comanda:
“Vi conviene stare buoni,
altrimenti noi la Panda
la facciamo dai Poloni (4).
Se volete lavorare,
vi dovete stare zitti,
non dovete scioperare,
non dovete aver diritti;
ecco qua la mia ricetta
contro queste recessioni:
lavorar sempre più in fretta
e non rompere i coglioni”.
Riducendo come schiavi
gli operai del “fabbricone”
massimizza i suoi ricavi,
valorizza ogni sua azione;
dai padroni è perciò amato
come esempio da imitare
questo odierno Cincinnato
che, però, si fa pagare (5).
Si presenta col maglione,
questo pezzo di Marchione;
non per niente il suo cognome
può far rima con … *
* completare a piacere
Note:
© Muso Rosso 2010
Si presenta col maglione
per sembrare uno normale,
ma si tratta di Marchione,
un eroe del Capitale!
Un moderno Cincinnato (1),
anzi, no, un Menenio Agrippa (2)
che la plebe un dì ha ingannato,
ché del popol se ne impippa.
In Europa c'è la crisi...
alla Fiat c'è sempre stata
e i governi, ben decisi,
l'hanno sempre ripianata.
Ora in cassa dello Stato
di denaro non ce n'è
ed allora Cincinnato
è costretto a far da sé.
Trova subito i rimedi
con Buonanno&Angioletti (3)
che si prostrano ai suoi piedi
e gli fanno da servetti.
Lui minaccia, lui comanda:
“Vi conviene stare buoni,
altrimenti noi la Panda
la facciamo dai Poloni (4).
Se volete lavorare,
vi dovete stare zitti,
non dovete scioperare,
non dovete aver diritti;
ecco qua la mia ricetta
contro queste recessioni:
lavorar sempre più in fretta
e non rompere i coglioni”.
Riducendo come schiavi
gli operai del “fabbricone”
massimizza i suoi ricavi,
valorizza ogni sua azione;
dai padroni è perciò amato
come esempio da imitare
questo odierno Cincinnato
che, però, si fa pagare (5).
Si presenta col maglione,
questo pezzo di Marchione;
non per niente il suo cognome
può far rima con … *
* completare a piacere
Note:
- Cincinnato, uomo politico romano, si era ritirato alla vita agricola quando, circa nel 500 a.C., a causa di difficoltà interne e di una guerra contro gli Equi che non si risolveva, fu richiamato ad occuparsi delle sorti della patria in qualità di “dittatore”.
- Menenio Agrippa riuscì a convincere i plebei, radunati “in sciopero” sul Monte Sacro, a riprendere il loro posto nella città, con il famoso apologo dello stomaco e delle braccia: ciascun organo è necessario all'altro per la vita dell'intero organismo.
- Famosi e felici sindacalisti.
- Licenza poetica: sta per Polacchi.
- Una volta esaurito positivamente il proprio compito, Cincinnato (quello vero) rinunciò alla carica e ad ogni compenso ritornando ai suoi campi.
© Muso Rosso 2010
Arrestarono lu Re
Nel giugno 2006 il nostro "eroe", cui da poco era stato concesso di tornare in Italia assieme al figlio, è stato arrestato. L'ultimo rampollo, invece, come ringraziamento per la riammissione in Italia, ha pensato bene di chiedere allo Stato italiano addirittura un risarcimento danni! Ovviamente ha ricevuto solo pernacchie, ma non ha imparato niente: adesso pretende anche il Panteon...
Un pezzo inedito del 2007 (con qualche "omissis"):
ARRESTARONU LU RE
Arrestaronu lu re!
Mamma mia, qu’est qu’il a
fait ? (Che cosa ha fatto?)
. . . (omissis)
Non sappiamo ancora bene,
ma il suo sangue nelle
vene
da una prima
indiscrezione
più che blu sembra
marrone.
Che vuoi far… la razza è
razza,
rasoterra o con la bazza
hanno istinto da rapaci
e talento da incapaci.
Cominciaron col trisnonno
che all’incontro di Teano
si trovò l’Italia in dono
senza muovere una mano.
E quell’altro,
Sciaboletta,
non fu lui che
l’Italietta
mise in mano a Mussolini
per levarsi dai casini?
Che famiglia, che
lignaggio!
Son tornati all’arrembaggio:
sono due, figlio e papà,
l’uno c’è, l’altro ci fa.
Dopo tanto lamentare
che in esilio stavan
male,
sono stati accontentati
e in Italia son tornati.
Il perché sappiamo
adesso:
noi per loro siamo un
cesso,
siamo stati sempre tali,
cesso per “stronzi
reali”.
Ed allora hanno pensato,
«Dati i fasti del casato,
quale posto è mai
migliore,
più adeguato al nostro * * * ?»
(Musorosso 2017)
Post precedente:
Risposta a Marazico: In effetti, qui a Firenze...
La fontanella, nel quartiere del Sud dove ho trascorso la mia infanzia alcuni decenni or sono, era un centro di aggregazione non solo per i giochi dei tanti bambini che a quei tempi sciamavano liberi nelle strade, ma anche per gli adulti. E soprattutto per gli anziani che, con l'occasione di raccogliere un po' d'acqua, la cui presenza nei rubinetti domestici era cosa alquanto rara, potevano scambiare due parole con i vicini e aggiornarsi sulle novità interessanti del rione.
A Roma le fontanelle sono affettuosamente appellate con il nomignolo di "nasoni", per via della particolare forma della cannella che generosamente offre acqua buona e fresca a chiunque, a tutte le ore: davvero un segno di vita e di allegria.
Le fontanelle romane, nonostante la distanza che ci separava, erano note anche a me nei tempi antichi di cui dicevo all'inizio. Ora, si sente dire che "per colpa della siccità" le Autorità preposte pensano di metterle a secco. Come non pensare alla famosa battuta in "Johnny Stecchino" sui problemi di Palermo (il traffico, la siccità, appunto...)!
Marazico, un grande poeta contemporaneo che scrive in romanesco (ma non solo), ha pubblicato nella sua pagina Facebook una bella poesia in difesa dei "nasoni" romani, nella quale cita, per differenza, la città di Firenze, il luogo dove ho trascorso e trascorro gli anni della maturità. I suoi versi mi hanno spinto a dire anche la mia. Ma non è una "difesa" di Firenze...
Risposta a Marazico: In effetti, qui a Firenze...
La fontanella, nel quartiere del Sud dove ho trascorso la mia infanzia alcuni decenni or sono, era un centro di aggregazione non solo per i giochi dei tanti bambini che a quei tempi sciamavano liberi nelle strade, ma anche per gli adulti. E soprattutto per gli anziani che, con l'occasione di raccogliere un po' d'acqua, la cui presenza nei rubinetti domestici era cosa alquanto rara, potevano scambiare due parole con i vicini e aggiornarsi sulle novità interessanti del rione.
A Roma le fontanelle sono affettuosamente appellate con il nomignolo di "nasoni", per via della particolare forma della cannella che generosamente offre acqua buona e fresca a chiunque, a tutte le ore: davvero un segno di vita e di allegria.
Le fontanelle romane, nonostante la distanza che ci separava, erano note anche a me nei tempi antichi di cui dicevo all'inizio. Ora, si sente dire che "per colpa della siccità" le Autorità preposte pensano di metterle a secco. Come non pensare alla famosa battuta in "Johnny Stecchino" sui problemi di Palermo (il traffico, la siccità, appunto...)!
Marazico, un grande poeta contemporaneo che scrive in romanesco (ma non solo), ha pubblicato nella sua pagina Facebook una bella poesia in difesa dei "nasoni" romani, nella quale cita, per differenza, la città di Firenze, il luogo dove ho trascorso e trascorro gli anni della maturità. I suoi versi mi hanno spinto a dire anche la mia. Ma non è una "difesa" di Firenze...
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