Muso Rosso ha dissotterrato l'ascia di guerra. Questo spazio web è dedicato allo spirito libero delle idee, senza obbedienze di credo, di partito,
di gerarchie qualsiasi. Ipocrisia, prepotenza, sfruttamento, ignoranza e conformismo sono i principali nemici di Muso Rosso. Contro di essi le armi possibili sono molte: verità, umanità, cultura, creatività, rispetto per la natura. Ma su tutte domina la Libertà, di parola e di pensiero.
Il contenuto di queste pagine è costituito da una serie di scritti in rima che traggono ispirazione da eventi dell'attualità politica e sociale (da leggere perciò con gli occhi del momento storico in cui gli eventi si sono svolti), scritti che sono mossi fondamentalmente dall'esigenza di smascherare la violenza e la stupidità del potere.

lunedì 5 dicembre 2011

PASSERA MILIONARIA

Berlusconi è caduto. Ha battuto una musata sul ring non per merito dei suoi avversari, ma per essere scivolato sui suoi stessi piedi. Avrà il tempo e la forza di rialzarsi? Sembrerebbe di no, ma arbitro ed avversari, generosi come sempre, lo soccorrono. Si cambiano le regole: vengono ammesse le sostituzioni, non si conta più fino a dieci ma fino a 2013. Nel frattempo salgono sul ring forze fresche e tecnicamente più preparate, nella squadra c'è anche passera...

Fin su la vetta di Palazzo Chigi,
Passera milionaria, da Banca Intesa
cantando vai finché dura il governo
dell'armonia social-cristian-fascista.
Prima v'era dintorno
la banda dei cialtroni e delinquenti
che finalmente è andata fuori pista,
or si odono belar, muggire armenti:
Italiani plaudenti, tutti insieme,
ingenui e speranzosi come sempre
acclamano il novello redentore.
Sussieguosa, in disparte non ti tiri,
ma neppure schiamazzi,
d'accortezza ti cal, misuri i passi.
Conti - e così ti spassi -
i tuoi soldoni, e ti sorride il core.

Eppur, come somiglia
al tuo costume il mio... Conto e riconto
anch'io le mie sostanze
sperando che per caso o per fortuna
senza far niente aumentino ugualmente
come succede a te. Ma la speranza
ahimè ! resta delusa
perché invariabilmente
risultano di meno
e tendono a sparire in un baleno.

Ogni volta che cade il biscazziere
celebrare si suole qui in paese
la sagra dei Signori Competenti.
Il clero di banchieri e professori
è come sempre pronto all'occorrenza:
con il costume grigio
il viso assai compunto
si mettono al lavoro con coscienza.
La casta parassita si nasconde,
al massimo fornisce
dei bravi chierichetti di partito,
mentre la tecno-casta
officia il rito. La solfa è sempre quella:
"Fin qui avete vissuto
cantando al sole come le cicale,
ma il bel tempo è finito
e non è più il momento di cantare,
la scure su di voi dovrà calare!"

Tu, saggia passerotta, certamente
del viver che ti dan le tue provviste,
milion dopo milione,
non ti dorrai; le hai accumulate tutte
come una formicuzza.
E noi, se di vecchiezza
la fatidica soglia
grazie a dio varcheremo,
quando non produrremo plusvalore
ma resteremo al mondo, ed il futuro
ad accudir noi stessi impiegheremo,
che ne sarà di noi?
Forse avremo uno straccio di pensione,
però non molleremo,
ed ancora affancul vi manderemo.

© Muso Rosso 2011



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12 novembre 2011. Il capo del governo, accompagnato dallo scherno e dall'entusiasmo popolare lungo tutti i suoi tragitti per le strade di Roma e nelle sue soste nei diversi Palazzi del potere (Montecitorio, Palazzo Chigi, Palazzo Grazioli, ecc.), ha dovuto rassegnare le proprie dimissioni al Presidente Napolitano. Davanti al Quirinale lo ha atteso una folla esultante per la sua caduta, al canto di "Alleluia!" (+ numerosi insulti).
Qui è sintetizzata la parabola della sua "epopea" che ha reso ridicola la nazione agli occhi di tutto il mondo.

lunedì 21 novembre 2011

Ei fu... (12 novembre)


12 novembre 2011. Il capo del governo, accompagnato dallo scherno e dall'entusiasmo popolare lungo tutti i suoi tragitti per le strade di Roma e nelle sue soste nei diversi Palazzi del potere (Montecitorio, Palazzo Chigi, Palazzo Grazioli, ecc.), ha dovuto rassegnare le proprie dimissioni al Presidente Napolitano. Davanti al Quirinale lo ha atteso una folla esultante per la sua caduta, al canto di "Alleluia!" (+ numerosi insulti).
Qui è sintetizzata la parabola della sua "epopea" che ha reso ridicola la nazione agli occhi di tutto il mondo.

Ei fu. Siccome ignobile
col suo comportamento
offese donne, stampa,
giudici e Parlamento,
così fu ripagato
poi con moneta uguale
quando sotto i Palazzi,
fin sotto il Quirinale,

travolto dal disprezzo
e universal vergogna
per cui nel mondo intero
l'Italia era alla gogna,
sconfitta la sua banda
che fece false carte
infine fu costretto
a mettersi da parte.

Dall'Alpi alle Piramidi,
da Bossi a Mubaràk,
da Put-in a Gheddafi
sguazzato ha nella cacc...
Sguazzò da Roma ad Arcore,
da Bari all'altro mar.

Tutto ei provò nel trogolo
da capo del Consiglio:
il fini-vaffanculo,
i Trota padre e figlio,
il pizzo ai "responsabili"
dovette sopportar.

La vita era difficile,
però lui l'affrontava
con Fede e col conforto
di chi lo consolava:
pie donne assai devote
con cui solea pregar!

Fu vera storia? Ai giudici
lasciamo la sentenza. Nui
chiediamo conto al nostro
Creator che volle in lui
del ciarlatano italico
più vasta orma stampar.

Quando esordì in politica
forte dei suoi milioni
e scese nell'agòne
con tre televisioni,
incominciò annunciandoci:
«Son l'unto del Signor!»

La sua "discesa in campo"
viscida e truffaldina
ha poi quasi portato
l'Italia alla rovina.
Han fatto, lui e i suoi complici,
soltanto i fatti lor.

E sparve. E i dì da despota
finì con una frana.
D'esser Napoleone
fu la sua idea più sana,
corna, cucù e storielle
le sue specialità.

Tu, sulle sporche ceneri,
come un airon che vola,
esultante aleggiare
vedrai quella parola
che ci aiuta a resistere,
che ci aiuta a combattere,

luminosa e salvifica,
immensa: libertà!


 © Muso Rosso 2011

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Sulla falsariga della carducciana "San Martino", di cui risuonano assonanze di senso 
e di linguaggio (la nebbia agli irti colli... ma per le vie del borgo... gira su' ceppi accesi... 
tra le rossastre nubi stormi di uccelli neri...), descrive l'approssimarsi della scena finale, 
la resa del capo del governo, mentre questi si avvia a rassegnare le dimissioni sul Colle 
del Quirinale, nelle mani del Presidente della Repubblica.
Il testo è stato pubblicato sul blog proprio nei minuti in cui veniva compiuto quest'ultimo 
fatidico tragitto.

sabato 12 novembre 2011

A SAN VITTORE

Sulla falsariga della carducciana "San Martino", di cui risuonano assonanze di senso 
e di linguaggio (la nebbia agli irti colli... ma per le vie del borgo... gira su' ceppi accesi... 
tra le rossastre nubi stormi di uccelli neri...), descrive l'approssimarsi della scena finale, 
la resa del capo del governo, mentre questi si avvia a rassegnare le dimissioni sul Colle 
del Quirinale, nelle mani del Presidente della Repubblica.
Il testo è stato pubblicato sul blog proprio nei minuti in cui veniva compiuto quest'ultimo 
fatidico tragitto.
 
Il Nano all'erto Colle
rimuginando sale:
finito è il carnevale
e a casa deve andar!

Ma per la Via del Corso,
accolta con letizia,
già corre la notizia
i cuori a rallegrar

Sta sui carboni accesi,
la banda ormai allo sbando,
e già sta paventando
quello che gli accadrà:

sotto rossastre toghe
torme di magistrati,
alfine autorizzati,
lo andranno a processar!

A nulla son servite
le schiere di avvocati
a lungo foraggiati
come parlamentar...

con Lele tra le sbarre
la notte è troppo lunga
nemmeno un bunga-bunga
lo può più consolar!


© Muso Rosso, 12 novembre 2011

Post precedente: Il vispo Di Pietro (visualizza)
Berlusconi ha promesso di dimettersi. 
In pole-position per il posto di primo ministro è Mario Monti, 
economista di chiara fama, nominato senatore a vita dal Presidente 
Napolitano. Si prospetta un governo "di larghe intese" guidato appunto 
da Mario Monti. Di Pietro però, suscitando dissensi anche nel suo stesso
partito, si dichiara contrario. Le larghe intese prevedono anche la 
partecipazione del PDL: come può collaborare con il partito di 
Berlusconi e cercare intese con i suoi uomini o, addirittura, con lui 
stesso? In che cosa consiste il programma delle larghe intese, attuare 
gli impegni presi da Berlusconi con le autorità finanziarie europee?
Il vispo Di Pietro "non gna'a fa"...

venerdì 11 novembre 2011

IL VISPO DI PIETRO


Berlusconi ha promesso di dimettersi. In pole-position per il posto di primo ministro è Mario Monti, economista di chiara fama, nominato senatore a vita dal Presidente Napolitano. Si prospetta un governo "di larghe intese" guidato appunto da Mario Monti. Di Pietro però, suscitando dissensi anche nel suo stesso partito, si dichiara contrario. Le larghe intese prevedono anche la partecipazione del PDL: come può collaborare con il partito di Berlusconi e cercare intese con i suoi uomini o, addirittura, con lui stesso? In che cosa consiste il programma delle larghe intese, attuare gli impegni presi da Berlusconi con le autorità finanziarie europee?
Il vispo Di Pietro "non gna'a fa"...


IL VISPO DI PIETRO / 1
Splat !
Il vispo Di Pietro un dì, tra l'erbetta,
avea calpestato il ministro Brunetta.
Ma d'imprecazioni non ne fece nessuna
perché gli hanno detto che porta fortuna!

IL VISPO DI PIETRO / 2
Humus
Il vispo Di Pietro zappando nell'orto
trovò tra le zolle un bel topo morto.
Però dal ribrezzo ancor più trafitto
fu quando si accorse che c'era Cicchitto.

IL VISPO DI PIETRO / 3
Le voci corrono
Il vispo Di Pietro, sfilata la giacca,
andò nella stalla a munger la vacca.
Ma ci fu un imprevisto: per farsi toccar
la vacca voleva un contratto da star!

IL VISPO DI PIETRO / 4
Vermi
Il vispo Di Pietro dal sacco di tela
per fare merenda estrasse una mela.
È certo biologica la sua produzione
perché al primo morso trovò Capuzzone.

IL VISPO DI PIETRO / 5
Nel trogolo
Il vispo Di Pietro s'infilò gli stivali
e quindi portò da mangiare ai maiali.
Ma, dopo mangiato, grugnirono tutti:
"Abaso il terùn ! Padania !"... e poi rutti.

IL VISPO DI PIETRO / 6
Sotto l'ulivo
Il vispo Di Pietro in cima a un filare
voleva una mano per poter vendemmiare.
Lì c'era Bersani che a dormir se ne stava
e a dare una mano nemmen ci pensava.

IL VISPO DI PIETRO / 7
Alien
Il vispo Di Pietro trovò nello stagno,
in mezzo alle rane che facevano il bagno,
una strana creatura dagli occhi bizzarri,
melliflua e viscida: sembrava Gasparri.

IL VISPO DI PIETRO / 8
Una fissazione
Il vispo Di Pietro un dì venne in città.
Un certificato doveva far far,
ma dentro il Palazzo accese una lite
perché pretendeva le mani pulite.

IL VISPO DI PIETRO / 9
Scuole serali
Il vispo Di Pietro col nodo alla gola
un dì si decise a tornare un po' a scuola.
Trovò una maestra un po' arcigna, un po' secca,
gridò: "la Gelmini! Ma qua che ci azzecca?"

IL VISPO DI PIETRO / 10
Mari-o-Monti?
Cacciato il buffone, gli han chiesto che fare...
Per curare il Paese, dov'è meglio andare?
Il Vispo Di Pietro sfidando gli affronti
Ha subito detto: né mari né Monti!

Aggiornamento all'11.11.11:
Ma poi, riflettendo su ciò che conviene,
un po' a malincuore lui dice «Va bene.
Monti? vediamo... - fa il vispo Di Pietro -
ma solo per poco!». E fa un "passo indietro".


© Muso Rosso 2011

Post precedente: A Silvio (visualizza)
8 novembre 2011: il rendiconto dello Stato passa alla Camera dei deputati, ma con soli 308 voti. Il governo non può più contare su una maggioranza sicura in Parlamento. Berlusconi va a conferire con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e si impegna a dimettersi dopo l'approvazione della cosidetta "legge di stabilità", della quale si sa ancora poco salvo il fatto che si tratterà dell'ennesima "stangata" per i lavoratori e i pensionati. Come sempre cerca di prendere tempo, comunque la frana è iniziata...

lunedì 7 novembre 2011

A Silvio

8 novembre 2011: il rendiconto dello Stato passa alla Camera dei deputati, ma con soli 308 voti. Il governo non può più contare su una maggioranza sicura in Parlamento. Berlusconi va a conferire con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e si impegna a dimettersi dopo l'approvazione della cosidetta "legge di stabilità", della quale si sa ancora poco salvo il fatto che si tratterà dell'ennesima "stangata" per i lavoratori e i pensionati. Come sempre cerca di prendere tempo, comunque la frana è iniziata...


Silvio, rimembri ancora
quel tempo della tua vita beata
quando ti andava tutto a gonfie vele
e tu, con Fido e Lele
razzolavate in qualunque porcata?

Parean finiti i tempi delle ambasce,
quando tentavi invano di arrestare
i tuoi capelli radi e fuggitivi
e con modi furtivi
nel mondo ti dovevi arrampicare...

Ora era tutto ok
o, almèn, così sembrava;
e non dovevi neanche porre mente
al popolo demente
che con le tue TV si addormentava.

T'eri persino fatta una parrucca
per dar maggiore "smalto" al tuo successo,
compravi donne, giudici e sentenze,
deputati e scadenze,
e guarda come sei ridotto adesso!

La ruota torna indietro:
gli amici tuoi si muovon come serpi
e presto fuggiranno come topi
seguendo i loro scopi,
lasciandosi alle spalle solo sterpi.

Come se non bastasse,
al pettine è anche giunto qualche nodo
e - tapino! - il maltolto della CIR
t'han fatto restituir
pel mondador stramaledetto lodo!

Oh Natura, Oh Natura!
Perché di tanto inganni i tuoi marmocchi?
Perché non rendi poi quello che allor prometti?
Dice il proverbio: chi la fa l'aspetti!
... e tanti, infine, stanno aprendo gli occhi.

© Muso Rosso 2011

Post precedente:Misure (visualizza)
Dopo la famosa lettera del 5 agosto della Banca Centrale Europea, al vertice dei capi di governo del 23 ottobre 2011 il premier italiano viene apertamente deriso da Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, che non riescono a trattenere le risatine ironiche quando in conferenza stampa viene fatta una domanda sulla sua affidabilità.
Il Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy dà tre giorni di tempo al primo ministro italiano per presentare misure concrete contro la crisi.

 

venerdì 4 novembre 2011

MISURE

Dopo la famosa lettera del 5 agosto della Banca Centrale Europea, al vertice dei capi di governo del 23 ottobre 2011 il premier italiano viene apertamente deriso da Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, che non riescono a trattenere le risatine ironiche quando in conferenza stampa viene fatta una domanda sulla sua affidabilità.
Il Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy dà tre giorni di tempo al primo ministro italiano per presentare misure concrete contro la crisi.


Berluscone va a Bruxelles,
ne combina delle bell...
Gli hanno detto: «Torni pure,
però porti le "misure"
altrimenti questa volta
resta fuori dalla porta!»

Sbeffeggiato, torna indietro
e si attrezza con un metro,
poi fa mille congetture...
su chi prender le misure?
È però in difficoltà,
lui da sé non ce la fa.

Non si fida più di Fido,
Malavitola è "fuggido",
Tarantin sotto controllo,
tra le sbarre Lele-trollo:
i migliori fornitori
sono stati fatti fuori.

Ed allora si arrovella
finché dentro la cartella
con l'archivio delle gnocche
che son state le sue cocche
trova i numeri perfetti:
le misure di Minetti!

© Musorosso 2011


Post precedente:

Povero amore...
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Per giustificare la "manovra economica" del suo governo, cioè i provvedimenti che ha adottato per far pagare la crisi del debito pubblico ai "soliti noti", il presidente del consiglio ha dichiarato che il cuore gli gronda di sangue...

domenica 23 ottobre 2011

POVERO AMORE...

Per giustificare la "manovra economica" del suo governo, cioè i provvedimenti che ha adottato per far pagare la crisi del debito pubblico ai "soliti noti", il presidente del consiglio ha dichiarato che il cuore gli gronda di sangue...

Povero amore,
gli si è spezzato il cuore!
È stato il fato,
ahimè, che lo ha obbligato
"a metter mani
in tasca agli Italiani".

Ma non a tutti:
ha escluso i farabutti,
alle cui casse
giammai si chiedon tasse:
pagano zero
perché viaggiano in nero...

È l'eleganza!
tradizionale usanza
di chi non cale
se gli altri stanno male.
Purché la crisi
non tocchi i paradisi

(quelli terreni,
non quelli supremi),
non tocchi yacht
né ville né mignott,
e che contenti
ognor siano i potenti!

© Muso Rosso, 2011

Post precedente:
Non disturbare il manovratore
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Si dice che chi fa troppe manovre non sa guidare. Il governo di manovre ne ha fatte tre o quattro in un mese ma, gira gira, ha parcheggiato il carrozzone al solito posto: sulle spalle del 90% degli Italiani che NON possiede il 50% della ricchezza nazionale. L'opposizione gli ha detto: birichini!

venerdì 30 settembre 2011

NON DISTURBARE IL MANOVRATORE !

Si dice che chi fa troppe manovre non sa guidare. Il governo di manovre ne ha fatte tre o quattro in un mese ma, gira gira, ha parcheggiato il carrozzone al solito posto: sulle spalle del 90% degli Italiani che NON possiede il 50% della ricchezza nazionale. L'opposizione gli ha detto: birichini!


Non è ver che sia la Morte
il peggior di tutti i mali,
la Manovra è assai più forte
per noi poveri mortali!

Ci tagliuzza, ci tritura
e ci cuoce a fuoco lento,
è un'autentica tortura:
ci fa vivere, ma a stento.
Questa crisi è un pentolone
dove dentro ci hanno messi
ed il cuoco Berluscone
piano piano ci fa lessi.

Forca e lama nelle mani,
tovagliolo appeso al collo,
i cannibali nostrani
poi ci spolpan come un pollo.
Divi, manager, banchieri,
deputati, escort, ruffiani,
evasori e faccendieri
fan la festa agli Italiani.

Forse ormai è l'ultima festa,
ma è la solita kermesse,
ora arraffan quel che resta
e non fanno più promesse.
Son finite le carote,
solo restano i bastoni
ma si sappia a chiare note
che ci siam rotti i coglioni.

E il gran capo del piddì
va cercandosi i casini:
se continua così
restan stretti i suoi con-fini.
Mezzo sigaro tra i denti
e la giacca sulla spalla,
fa battute divertenti,
però il nano resta a galla.

Pierluigi va capito.
Han scoperto i magistrati
anche dentro al suo partito
tipi assai ben "assestati".
Pure lui ci ha i suoi pensieri,
non può certo stare dietro
a chi vuole fatti veri
o alle "fisse" di Di Pietro!

© Muso Rosso 2011


Post precedente:
Altra Velocità
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Col periodo estivo molti hanno sperimentato per la prima volta l'autostrada (si fa per dire) Salerno - Reggio Calabria. Qui li abbiamo messi in guardia... in attesa del ponte sullo Stretto.


mercoledì 3 agosto 2011

ALTRA VELOCITÀ

Tempo di partenze !
La Salerno - Reggio Calabria vi attende ...


Altra velocità

Quando al casello arrivi di Salerno
e lasci l'autostrada a pagamento,
puntando a sud, ti imbuchi nell'inferno.

E ancora non ti immagini il tormento,

perché il destino che ti tocca in sorte

dell'immaginazione è ancor più forte.


Non è un caso che Cristo si è fermato,
ad Eboli, e non è andato avanti:
essendo un tipo assai bene informato,

si è risparmiato avventure snervanti.

Non solo non ha fatto un altro metro,

ma si è girato ed è tornato indietro.

I chilometri sono quattrocento
e quattrocento son pure i cantieri,

c'è chi dice che il fatto è fraudolento

a vantaggio di oscuri faccendieri.

Quel che è certo è che è una litanìa

di tratti e tratti ad unica corsia.

Ci son cantieri storici oramai
che possono esser meta dei turisti,

ma se passando cerchi gli operai

nessuno ti dirà che li ha mai visti!

Ti viene in mente, allor, quando Al Cafone

firmò un contratto là in televisione...

E bada a non aver poca benzina,
perché non trovi un'area di servizio;

quando ne vedi una che è vicina

va' a far rifornimento a precipizio.

Poi non guardar se il fegato ti rode,

torna contento a farti le tue code.

Se, infine, arrivi in fondo allo Stivale,
su un mare viola ai piedi d'Aspromonte,

là dove il paesaggio non ha uguale,

sappi che là ci voglion fare un ponte.

Perché hanno messo in giro questa voce:

che, proprio là, bisogna andar veloce!


© Muso Rosso, 2011

Post precedente:
La brunetta
(visualizza)
Durante il Convegno Nazionale dell'Innovazione svoltosi a Roma, alcuni lavoratori appartenenti alla Rete precari della Pubblica Amministrazione hanno chiesto di rivolgere una domanda al ministro. "Siete la parte peggiore dell'Italia, con voi non parlo", la sua reazione. Brunetta se n'è poi andato strappando un cartello ed evitando ogni confronto.

venerdì 1 luglio 2011

LA BRUNETTA

Durante il Convegno Nazionale dell'Innovazione svoltosi a Roma, alcuni lavoratori appartenenti alla Rete precari della Pubblica Amministrazione hanno chiesto di rivolgere una domanda al ministro. "Siete la parte peggiore dell'Italia, con voi non parlo", la sua reazione. Brunetta se n'è poi andato strappando un cartello ed evitando ogni confronto. 

La brunetta dei "Ricchi e Ricchi"
non c'è cosa per cui non si picchi

si traveste da giustiziere,

da spione, da brigadiere...


vuole uccidere i fannulloni,
che non corrono, lumaconi!

e perseguita gli impiegati

per vedere se son malati.


Gli sguinzaglia dietro i dottori
per sapere se vanno fuori

a passeggio con la "morosa"

o per fare qualsiasi cosa.


Se riesce a beccarne uno
si diverte come nessuno:

terraterra razzola e ruzzola

e saltella come una puzzola.


Il suo sogno è di licenziare
chi in flagrante si fa pescare,

se ne frega se il disgraziato

poi rimane disoccupato.


Se un precario gli si avvicina
agitandosi s'impappina

poi squittisce con voce stridula

"Siete i peggio della Penisola!".


A dispetto della sua taglia
ha una grande coda di paglia,

è per questo che in tutta fretta

si dilegua zampetta-zampetta.


Blatera sempre di innovazioni
ma sa fare solo sermoni...

noi aspettiamo la novità

di vedere che se ne va !

Aggiornamento, 28 dicembre 2011 (il gruppo consiliare "Lista Brunetta" al Comune di Venezia decide di cambiare nome per protesta contro il costante assenteismo da parte del suo leader ai lavori del Consiglio Comunale):

Col ritiro della sua banda
specialista in propaganda,
ringraziando il padreterno
non sta più dentro al governo.

E, il destino!... sulla Laguna,
non fornendo presenza alcuna,
gli hanno dato del fannullone
e il suo gruppo ha cambiato nome.

© Muso Rosso, 2011

Post precedente: Re-ferendum (visualizza)Il 12 e 13 giugno 2011 si è votato in Italia per quattro referendum abrogativi. Due quesiti riguardavano l'abrogazione di norme per la privatizzazione della gestione dell'acqua. Il terzo riguardava il piano governativo per l'introduzione dell'energia nucleare. L'ultimo era rivolto a cancellare il cosiddetto "legittimo impedimento", cioè la possibilità per il capo del governo e per i suoi ministri di non comparire davanti ai giudici, rinviando a propria discrezione i processi penali in cui fossero imputati. Tutte e quattro le leggi sono state cancellate con una maggioranza schiacciante di Sì.

giovedì 30 giugno 2011

IL BUON LELE

Lele Mora, arrestato per bancarotta fraudolenta, è costretto ad interrompere la sua attività di "agente" al servizio di Silvio Berlusconi che gli ha procurato anche un'inchiesta per favoreggiamento della prostituzione, assieme al giornalista Emilio Fede e all' "igienista dentale"/consigliera regionale Nicole Minetti. La linea difensiva iniziale è che gli imputati, in realtà, gli si "prendevano cura" di giovani donne in difficoltà...
Dall'inchiesta in corso salta fuori anche una presunta "sottrazione" di compensi da parte di Fede ai danni di Lele Mora.


Il buon Lele fa l'agente
e procura al presidente
le ragazze più carine
che diventano Olgettine.

Queste sono poverelle,
mansuete pecorelle
con un'anima assai pura
e una vita troppo dura.

Il buon Lele le accompagna,
al paese di Cuccagna,
e le porta dal Sultano
che le tocca con la mano.

E voilà, in un solo istante
fa un miracolo brillante:
come Mida lui si scopre,
tutte d'oro le ricopre!

Anche se non è olgettino
pure Lele ha il suo bottino,
ma tranquilla è la coscienza
perché fa beneficenza.

Arraffare allor non guasta,
ma la grana non gli basta
e c'è Fido onnipresente
che gli cucca la tangente.

Perciò lui deve imbrogliare
e i suoi conti camuffare
finché un dì - miseria nera! -
lo spediscono in galera.

Ci è cascato perch'è un reato
dove è men specializzato:
questa volta è bancarotta,
non è roba da mignotta!

© Muso Rosso, giugno 2011

mercoledì 15 giugno 2011

RE - FERENDUM

Il 12 e 13 giugno 2011 si è votato in Italia per quattro referendum abrogativi. Due quesiti riguardavano l'abrogazione di norme per la privatizzazione della gestione dell'acqua. Il terzo riguardava il piano governativo per l'introduzione dell'energia nucleare. L'ultimo era rivolto a cancellare il cosiddetto "legittimo impedimento", cioè la possibilità per il capo del governo e per i suoi ministri di non comparire davanti ai giudici, rinviando a propria discrezione i processi penali in cui fossero imputati. Tutte e quattro le leggi sono state cancellate con una maggioranza schiacciante di Sì.


Quattro lettere al Cainano
ha spedito ogni italiano,
quattro fogli colorati
scritti bene e ben piegati.

Sulla prima, quella gialla,
hanno scritto asciutti asciutti
che si vuole stare a galla
sopra un'acqua che è di tutti.

La seconda, quella rosa,
dice un po' la stessa cosa:
se diventerà un affare,
l'acqua ci farà affogare!

Quella grigia, per lottare
contro il mostro nucleare:
difendiamo dagli artigli
l'avvenir dei nostri figli!

Nella verde ci sta scritto
senza tanti impedimenti
che si vuole un sol diritto,
per i poveri e i potenti.


© Muso Rosso 2011


Post precedente:
Pallottaggi (visualizza)
Le elezioni amministrative della primavera 2011 sono cominciate male per la compagine governativa di centro-destra. La strategia adottata per il primo turno non ha dato i risultati sperati, in particolare a Milano dove il sindaco uscente, Letizia Brachetto coniugata Moratti, ha attaccato l'antagonista Giuliano Pisapia rivangando una vicenda giudiziaria risalente al 1977. La Brachetto-Moratti ha affermato che Pisapia era stato condannato per furto d'auto. In realtà, il suo avversario, ingiustamente accusato, venne assolto per non aver commesso il fatto.
La scorrettezza della Brachetto ha sollevato un coro di proteste e di critiche, anche nel suo stesso partito, tanto da convincere i massimi esponenti del centro-destra che fosse necessaria una messa a punto della campagna elettorale in vista del secondo turno...


domenica 5 giugno 2011

PALLOTTAGGI

Le elezioni amministrative della primavera 2011 sono cominciate male per la compagine governativa di centro-destra. La strategia adottata per il primo turno non ha dato i risultati sperati, in particolare a Milano dove il sindaco uscente, Letizia Brachetto coniugata Moratti, ha attaccato l'antagonista Giuliano Pisapia rivangando una vicenda giudiziaria risalente al 1977. La Brachetto-Moratti ha affermato che Pisapia era stato condannato per furto d'auto. In realtà, il suo avversario, ingiustamente accusato, venne assolto per non aver commesso il fatto.
La scorrettezza della Brachetto ha sollevato un coro di proteste e di critiche, anche nel suo stesso partito, tanto da convincere i massimi esponenti del centro-destra che fosse necessaria una messa a punto della campagna elettorale in vista del secondo turno...



Primo tempo

Berluscone a metà maggio
si prepara al ballottaggio
ed illustra alla sua banda
la sua nuova propaganda:

“Dare del pregiudicato
non ha affatto funzionato,
per sconfigger Pisapia
serve un'altra strategia!

Ho parlato al Senatur,
quello lì che ce l'ha d
ür
(anche se di duro, quello,
per me ci ha solo il cervello)

ed insieme abbiam trovato
un rimedio al triste fato
di far buca all'elezioni
e levarci dai coglioni.

Attacchiamo un manifesto
che più o meno dica questo:
« spacciatore, terrorista,
è anche stato comunista!

se gli date la città
diventare la farà
una mecca di rognosi
islam-omo-rom-furiosi »

Seminiamo la paura
con mediatic-spazzatura,
dopo, in vista della meta
sfoderiam l'arma segreta:

promettiamo, astuti e seri,
di arraffar due ministeri,
e portarli su a Milano
con un bel colpo di nano (pardon, di mano).

Non importa se è una balla,
quel che conta è stare a galla,
poi si trova qualche scusa
come ho fatto a Lampedusa”.

Pronti? Via! Tutta la banda
parte in quarta a tutta randa...
Con letizia, Berluscone
benedice la tenzone.


Secondo tempo

Proprio tutte le ha provate
per non prender le pedate,
le promesse e le minacce
e, perfin, le figuracce.

Come all'ultimo gi-otto
dove il nostro sempliciotto
attaccandosi a Barak
l'ha tirato per la giacc...

La sai l'ultima? gli fa
e comincia il bla bla bla.
L'abbronzato presidente
non capisce proprio niente;

se col capo gli annuisce
è perché lo compatisce
come si usa fare a chi
sempre occorre dir di sì.

Per un po' sta ad ascoltare,
poi si scusa: “Ci ho da fare...
vede, qui non siamo in ferie,
qui parliam di cose serie...”.

Mentre intorno aspettan tutti
e si vedon gesti brutti,
si congeda dall'intruso
e lo lascia assai deluso.

Il quadretto immaginario
si è mutato nel contrario
e perfino ai suoi lacchè
son sfuggiti degli “ahimè!”

Berluscone il 30 maggio
le ha buscate al ballottaggio:
le ha buscate giù in Campania,
le ha buscate su in “Padania”.

Le ha buscate a destra e a manca
e il cerone gli si sbianca;
dappertutto l'han suonato,
vuoi veder torna pelato ?

Tornerà quello che era
(se non va prima in galera)
… un brambilla con le ghette
specialista in barzellette !


© Muso Rosso 2011


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Berluscone a Lampedusa (visualizza)
Il capo del governo si reca nell'Isola di Lampedusa, messa in ginocchio dall'afflusso di alcune migliaia di profughi e migranti provenienti dal Nordafrica, e replica il solito show di promesse.

venerdì 1 aprile 2011

BERLUSCONE A LAMPEDUSA

Il capo del governo si reca nell'Isola di Lampedusa, messa in ginocchio dall'afflusso di alcune migliaia di profughi e migranti provenienti dal Nordafrica, e replica il solito show di promesse tra cui quella, paradossale, di creare un casinò ed un campo da golf.


Berluscone a Lampedusa

non va certo a chieder scusa!
Quelli stanno ad aspettare
che qualcun si dia da fare,
ma lui invece per risposta
sfoggia la sua faccia tosta
e tramuta la tragedia
nella solita commedia:

« Su una piccola spiaggetta
ho comprato una casetta
che sarà per l'occorrenza
il mio centro di accoglienza
(ma sia chiaro fin da adesso
che lì accolgo sol me stesso).
Perciò, basta far piazzate,
state allegri, non urlate,

ora qui ci sono io,
fo' miracoli da dio!
Ci sarà sempre una nave
dove metter sottochiave
tutti questi manigoldi
brutti, sporchi e senza soldi:
toglieremo con premura
tutta questa spazzatura

e faremo un prato, infine,
per giocar con le palline.
Il futuro che ho sognato
ce l'avete assicurato:
è questione di un momento,
basta mettere l'accento
e in un fiat trasformerò
il casino in ... CASINÒ ! »


© Musorosso 2011
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Berluscone va alla guerra (visualizza)
Il governo italiano, dopo il trattato di amicizia con la Libia e i baciamano a Gheddafi, è "costretto" ad associarsi all'azione militare promossa dall'Onu e condotta da Usa, Francia e Gran Bretagna.

mercoledì 23 marzo 2011

BERLUSCONE VA ALLA GUERRA

Il governo italiano, dopo il trattato di amicizia con la Libia e i baciamano a Gheddafi, è "costretto" ad associarsi all'azione militare promossa dall'Onu e condotta da Usa, Francia e Gran Bretagna.


Berluscone va alla guerra
coi potenti della terra.
Testa in sù, mascella quadra,
si presenta con la squadra:
una triade indiscussa,
lui e Fruttini con la russa.

Mentre Usa, Inglesi e Francia
stanno insieme sulla plancia
di comando dell'azione
che han chiamato no-flai-zone,
i tre nostri beniamini
giocan con gli aeroplanini.

Quelli, seminando bombe,
stan per fare un'ecatombe
e per battere il tiranno
danno a danno aggiungeranno.
L'intervento "umanitario"
è davvero libertario?

forse nelle loro menti
ci son solo i giacimenti.
Ma i tre nostri moschettieri
hanno in testa altri pensieri
(anzi, certo c'è l'ignazio
che non pensa proprio un cazio!)

Si avvicinano i processi
e bisogna fare fessi
gli Italiani un'altra volta,
l'occasion perciò va colta:
non c'è tempo per l'udienze,
in battaglia son le urgenze!

Non va persa l'occasione
perché, poi, c'è l'elezione
nei comuni e alle province
e un pensiero li convince:
se si mettono l'elmetto,
forse avranno più rispetto.

Oramai lo sanno tutti
che con questi farabutti
da fidarsi c'è ben poco
perché questo è il loro gioco:
prima baciano le mani,
fan promesse, son ruffiani,

dopo, appena cambia il vento
...traditori in un momento!


© Musorosso 2011



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Bunga-bò (visualizza)
L'intervento telefonico di Silvio Berlusconi, nella notte 27/28 maggio 2010, per far rilasciare una minorenne marocchina (nota come "Ruby"), in stato di fermo presso la questura di Milano in seguito a una denuncia per furto, dà il via ad una inchiesta che porta alla luce un intreccio di rapporti finalizzati a realizzare un sistema di scambi a base di sesso (il bunga-bunga), denaro, carriere professionali e politiche, che ha al suo centro proprio il capo del governo. Questi verrà indagato per induzione alla prostituzione minorile e per abuso di ufficio.

mercoledì 2 febbraio 2011

BUNGA - Bò

L'intervento telefonico di Silvio Berlusconi, nella notte 27/28 maggio 2010, per far rilasciare una minorenne marocchina (nota come "Ruby"), in stato di fermo presso la questura di Milano in seguito a una denuncia per furto, dà il via ad una inchiesta che porta alla luce un intreccio di rapporti finalizzati a realizzare un sistema di scambi a base di sesso (il bunga-bunga), denaro, carriere professionali e politiche, che ha al suo centro proprio il capo del governo. Questi verrà indagato per induzione alla prostituzione minorile e per abuso di ufficio.


Bunga-bunga, bunga-bò
Berluscone sul comò
che faceva bunga-bò
un giorno sì e un giorno no!

Ma una bunga-ragazzina
quasi quasi lo rovina:
lei con Lele e Fido-fede
col contabile e il dottore
col cantante e l'avvocato
e un plotone di "signore"
sono un club di manigoldi
che gli succhia minchia e soldi.

Nel difficile momento
si rivolge a tutti loro:
"La parola è sì d'argento
ma, si sa, il silenzio è d'oro!"

Lui però non resta zitto:
con messaggi registrati
ci rifà la tiritera
contro i "rossi" e i magistrati.
Una lagna disumana,
ma che palle, che rottura!
Guarda un poco Mubaràk:
porta pure jettatura…

Si levasse dai coglioni,
ci lasciasse respirare!
Ma ci son le opposizioni
che non sanno cosa fare...

Ed in giro ci son tanti
farabutti e pecoroni,
perciò lui rimane a galla
nei sondaggi di opinioni.
Noi però siamo sicuri
che un futuro non lontano
leggeremo sui giornali
quale fine ha fatto il nano:

Bunga-bunga, bunga-bò
Berluscone sul comò
che voleva far l'amore
con la figlia del Questore;
poi la lega s'incazzò
e a cacare lo mandò!


© Muso Rosso 2011


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Vacche
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Nel dicembre 2010 era previsto un voto di fiducia particolarmente rischioso per le sorti del governo. Mentre nelle piazze italiane, e romane in particolare, si manifestava l'accesa protesta degli studenti, culminata il 14 dicembre con il tentativo di assedio alle sedi parlamentari, il partito del capo del governo riusciva a "convincere" alcuni politici dei gruppi di opposizione a cambiare schieramento e a votare la fiducia all'esecutivo.